Qui Roma – I rapporti tra Pio XI e Mussolini Il patto col diavolo
Nel 2006 gli archivi vaticani vengono aperti. Otto anni dopo, David Kertzer, scrittore e professore della Brown University, pubblica un libro con nuove scottanti rivelazioni: “Il patto col diavolo” (ed. Rizzoli); un’opera che analizza puntualmente i rapporti intercorsi tra papa Pio XI e Benito Mussolini all’alba della guerra che avrebbe cambiato l’Italia e il mondo intero per sempre. Lunedì 24 alle 17.00 il libro sarà protagonista con il suo autore nella sala Zuccari di Palazzo Giustiniani per iniziativa della Biblioteca ed Archivio Storico del Senato. A discuterne, lo storico Mauro Canali dell’Università di Camerino, i cui studi si incentrano sull’avvento del Fascismo, Piero Craveri, senatore e docente all’Università di Studi Suor Orsola Benincasa (nonché nipote dell’intellettuale e filosofo simbolo dell’antifascismo, Benedetto Croce), la professoressa di Tor Vergata Lucia Ceci e la senatrice Emma Fattorini, docente alla Sapienza e studiosa di storia della Chiesa contemporanea. I relatori si confronteranno con l’autore moderati da Romano Prodi.
David Kertzer è considerato tra i massimi studiosi del rapporto tra Chiesa ed ebrei ed ha alle spalle due opere divenute best sellers: “Il prigioniero del papa re” (ed. Rizzoli), incentrato sul caso del rapimento di Edgardo Mortara (del quale Daniela Gross aveva annunciato su Moked il progetto dell’adattamento cinematografico di Steven Spielberg con la sceneggiatura di Tony Kushner) e “I papi contro gli ebrei” (ed. Rizzoli), un excursus che traccia il ruolo del Vaticano nel panorama di crescente antisemitismo fino al drammatico epilogo della Shoah. Con “Il patto col diavolo”, finalista del National Book Award, Kertzer continua il proprio ruolo di investigatore d’archivio tra documenti segreti e spinose ipotesi; un lavoro, spiega il sito dello storico, “basato su sette anni di ricerche negli archivi vaticani e italiani, – che, continua – include anche inedite relazioni segrete su spie fasciste insospettabilmente inserite nei vertici della Chiesa che cambieranno per sempre la nostra conoscenza di quale sia stato il ruolo del Vaticano nell’ascesa del fascismo in Europa”. “Pio XI – recensisce Lucy Hughes-Hallett sul The Guardian – conosciuto prima dell’investitura come Achille Ratti, bibliotecario, scalatore di montagne e ammiratore di Mark Twain, fu eletto papa nel febbraio del 1922. Otto mesi prima Mussolini si faceva strada per prendere il potere. Per 17 anni i due governarono, in sfere separate, Roma: in tutto quel tempo si incontrarono solo una volta ma comunicarono incessantemente per mezzo di ambasciatori, nunzi e la stampa. Proprio attraverso le testimonianze cartacee di questi scambi, Kertzer ha messo in luce la storia affascinante di due potenze, investigando sul concetto stesso di esercizio del potere”. Il libro è stato anche presentato lo scorso 10 febbraio alla Casa Italiana di New York Zerilli-Marimò, in collaborazione con il Centro Primo Levi ed ha animato una conversazione con Ruth Ben-Ghiat della New York University, Robert Maryks del Boston College e Mark Weitzman del Simon Wiesenthal Center. “Sono grata a David Kertzer per aver scritto questo libro – ha dichiarato in quella occasione Ben-Ghiat – sia per il contenuto che per la metodologia applicata. Questo lavoro fa chiarezza su diversi problemi della storia d’Italia, in particolar modo frena quella tendenza a non considerare l’influenza della Chiesa durante il periodo fascista. Il libro spiega come l’avvento della dittatura si sia sviluppato in dialogo con il papato di Pio XI”. “Il periodo fascista viene raccontato attraverso il ritratto di due figure molto complesse, Benito Mussolini e Pio XI – spiega Robert Maryks – l’autore ha mostrato in maniera convincente come il Vaticano abbia giocato un ruolo centrale sia nel rendere possibile il regime fascista che nel fargli mantenere saldo il potere”. “The Pope and Mussolini” titolo originale de “Il patto col diavolo”, animerà dunque un lunedì non privo di controversie e dibattiti, tentando di rispondere ad una delle domande più difficili del secolo scorso.
Rachel Silvera twitter @rsilveramoked
(23 novembre 2014)