Israele – Il governo cerca l’unità
“Le elezioni sono l’ultima spiaggia”. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri israeliano Avigdor Lieberman, in merito agli scontri interni all’esecutivo guidato dal primo ministro Benjamin Netanyahu. “Dobbiamo guardare a cosa accade davvero nel paese, al di là delle tensioni interne alla coalizione – ha affermato Lieberman, parlando alla radio dell’esercito israeliano Galei Tzahal – È chiaro che l’ultima cosa che vogliamo al momento sono le elezioni”. Il leader di Israel Beitenu allontana gli spettri di una crisi di governo, dopo i toni accesi di queste ultime quarantotto ore che hanno visto i ministri Tzipi Livni e Yair Lapid scontrarsi a muso duro con il premier Netanyahu. A dividerli, il disegno di legge che propone di riconoscere il carattere ebraico di Israele. Una proposta, approvata dal consiglio dei ministri, e che ora attende il voto della Knesset, previsto per la prossima settimana. Diverse le critiche piovute sul disegno di legge, difeso dal ministro dell’Economia Naftali Bennet. Il leader di Habayt Hayehudi, uno dei partiti della coalizione di governo, ha risposto in particolare al portavoce del Dipartimento di Stato Usa Jeff Rathk, preoccupato che il progetto potesse modificare i principi democratici che reggono Israele. “È un nostro problema, una questione interna, e non credo che nessuno abbia il diritto di intromettersi”, la secca risposta di Bennet. Intanto il primo ministro Netanyahu ha accolto positivamente la notizia dell’estensione dei negoziati sul nucleare con l’Iran. “Abbiamo sempre detto come sia preferibile non arrivare a un accordo piuttosto che arrivare a un cattivo accordo. E quello firmato dall’Iran era cattivo e pericoloso per Israele, per la regione e, secondo me, per il futuro del mondo intero”, la dichiarazione di Netanyahu.
Daniel Reichel
(25 novembre 2014)