Le tre religioni
“Le tre religioni di Abramo grondano sangue”, così scrive il giornalista Michele Serra nella propria “Amaca” su Repubblica. Se per molti è Israele il male assoluto, per altri l’Islam, la fede religiosa in senso lato mette d’accordo tutti, perché in questo secolo è sempre più percepita come la radice e la spiegazione di ogni male che affligge l’umanità intera. Eppure da quando con l’illuminismo, e il positivismo successivamente, la religione come guida delle civiltà, ha cominciato lentamente ad eclissarsi, non sembrano essere sopraggiunti nell’età moderna sostanziali miglioramenti nel mondo. Le grandi carneficine che hanno costellato gran parte del Novecento, come quelle perpetrate dal nazi-fascismo, dal comunismo sovietico o asiatico e dagli altri numerosi regimi dittatoriali, non avevano nessun fondamento o natura religiosa. Così come nelle crociate, nel colonialismo, e in ogni conflitto etnico, la religione è stata soprattutto un mezzo, per giustificare i propri obbiettivi espansionistici ed economici o per contraddistinguersi e dominare sull’altro secondo una supposta superiorità culturale. Un mezzo e non un fine per muovere le masse, come per i moderni concetti di “nazione” o di “ideologia”, che presero la forma di nuovi culti con annesse pratiche liturgiche, da sostituire con quelli religiosi divenuti obsoleti. Si potrebbe dunque, condannare anche Karl Marx per aver scritto il Manifesto, perché sotto le sue parole di fratellanza tra i popoli centinaia di persone sono rinchiuse tutt’oggi in campi di prigionia nordcoreani, o Giuseppe Garibaldi per aver liberato l’Italia con il tricolore, perché sotto la stessa bandiera sono stati commessi eccidi nel Corno d’Africa e ancora qualche scalmanato neofascista nel nome di una presunta Italia sputa odio e organizza ronde contro gli extra-comunitari. Ma la distinzione tra una teoria e la sua messa in pratica, o tra un testo e le sue buone o cattive interpretazioni, dovrebbe essere chiara da tempo. Serra continua affermando che “Dove c’è dogma, non c’è ricerca”, forse dimenticando che la ricerca e la speculazione filosofica, sono scaturite proprio dal tanto “detestato” dogma religioso, esso è stata alla base della formazione di Agostino – credo ut intelligam/intelligo ut credam – degli scolastici cristiani, di Averroé ed Avicenna, del razionalismo di Giordano Bruno, di Blaise Pascal, di Maimonide e probabilmente anche di Baruch Spinoza, educato in un Talmud Torah. Lo stesso pensiero umanistico e scientifico, su cui si fonda la nostra modernità, è sorto con o da quello religioso, dal tentativo da parte dell’uomo credente, di una maggiore comprensione del cosmo e dei suoi meccanismi, inteso come chiave conoscitiva del disegno divino. Sebbene non sempre in armonia, il dogma e la speculazione sono parti inscindibili di ogni religione, e l’ateismo di molti individui, non è privo ugualmente di una parte dogmatica ed aggressiva nei confronti del credente, ritenuto non di rado uno stolto: un uomo che cresce secondo un’educazione rigidamente ateistica, sarà carente di una propria capacità di riflessione e di una concezione soggettiva del mondo, al pari di un bambino che ha studiato in una madrasa talebana. Se qualcuno trasforma la religione, in un mezzo politico di odio o di profitto, la causa è da riscontrare nella natura umana, significa non aver prestato fede e non aver interiorizzato la “regola d’oro”, primaria in ogni etica religiosa: “E amerai (per) il tuo prossimo come te stesso”. Il male sorgerà sempre più facile e spontaneo nell’uomo, e così ogni parola di amore reciproco e universalismo, lasceranno sempre il posto al bieco fanatismo, il quale richiede meno sforzi. Michele Serra, quando cita ingenuamente il concetto ebraico, a suo dire “violento” di popolo eletto, potrebbe leggere qualche pagina del Talmud, magari nelle quattro letture proposte da Emmanuel Lévinas, perdendosi nella pluralità di opinioni di Rabbanim e Hakhamim talvolta in contraddizione tra loro, scoprendo che, come scrisse Amos Gitai, l’ebraismo “invita alla discussione, non al dogma”.
Francesco Moises Bassano
(28 novembre 2014)