Collana “La mia Torah”, Shemot approda a Roma

IMG_20141130_184041“Non possiamo negare che presentare il nostro libro Shemot a Roma ci provochi un po’ di ansia. Abbiamo insegnato tanti anni nella scuola ebraica di questa città e ci conoscono in molti”. Ed in effetti, dopo Bereshit, Shemot (ed. Sovera), il nuovo volume della collana “La mia Torah”, realizzata con il contributo dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, è stato ideato, scritto e sviluppato da due insegnanti storiche della Vittorio Polacco: la morah Anna Coen e la morah Mirna Dell’Ariccia. A introdurre, durante la presentazione di ieri al tempio di via Balbo, l’assessore alle scuole della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello: “Sono davvero entusiasta di questa edizione del libro di Shemot dedicata ai bambini. Sarà uno strumento che arricchirà gli alunni e rafforzerà le energie spese e profuse dalla scuola. Inoltre, basta sfogliarlo per capire quanta passione ha guidato le autrici durante la stesura”. Il rabbino Joseph Arbib aggiunge: “Mi piace talmente tanto che mi sembra naturale chiedervi; quando uscirà il prossimo?” “Ci stiamo lavorando”, rispondono le moroth divertite. Prende la parola dunque il direttore per le materie ebraiche nella scuola ebraica di Roma rav Roberto Colombo: “Dovete sapere che il grande rabbino italiano Shadal, era un acerrimo avversario dei libri per bambini. Sosteneva infatti che volumi realizzati su misura per loro non stimolassero ad affrontare le difficoltà. Io condivido questa posizione per quanto riguarda i libri che parlano di Torah: la mia paura è infatti che i piccoli lettori con uno strumento del genere perdano il legame diretto con la stessa Torah, un legame che si sviluppa attraverso l’immaginazione. Ebbene, questo libro, benché parli di Torah, non mi provoca alcun timore: mi sembra un ottimo lavoro che non cancella in alcun modo la fantasia del bambino ma che, attraverso i quiz, gli fa ricreare e rielaborare ciò che ha studiato. Inoltre, la scelta dei midrashim di supporto alle parassito è stata fatta in maniera straordinaria, perché i riferimenti sono immediatamente riscontrabili nel testo. Penso ad esempio al midrash che narra di quando Mosè si fermò al pozzo di Midian e lì trovò la sua sposa. Il midrash spiega come anche Itzhak e Yaakov trovarono le loro mogli proprio davanti ad un pozzo: un racconto esemplare, che permette al bambino di costruire anche anche una propria linearità rispetto a Bereshit. Il mio maestro mi ha spiegato il legame tra il pozzo e il matrimonio: il pozzo permette riflettere la propria immagine e gli sposi futuri arrivati presso di esso si vedono riflessi l’uno nell’altra”. Milena Pavoncello, direttrice della scuola elementare Vittorio Polacco aggiunge: “Questo libro è la dimostrazione di come le moroth, le insegnanti, rimangano sempre moroth. Adesso Anna e Mirna diventeranno insegnanti per i bambini di tutta Italia”. Quello che colpisce il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni è anche la veste grafica: “La qualità del testo si sposa infatti con un prodotto esteticamente attraente, che spinge i bambini a saperne di più. Ricordo ancora le opere di Augusto Segre, per anni di fondamentale importanza per le scuole”. Il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici insiste poi sul fatto che uno strumento come quello di Shemot, a misura di bambino, può essere l’inizio dell’amore verso la Torah, un primo passo che continua a portare tantissimi ragazzi della comunità a partire alla volte di yeshivoth. Realizzato con il contributo del dipartimento Educazione e cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Shemot ha visto l’impegno di Odelia Liberanome e Gadi Piperno. Liberanome ha guidato il pubblico nel processo che ha portato al risultato finale di Shemot: “Non erano semplicemente dispense ma dovevano diventare un progetto editoriale, con una diffusione capillare e laboratori collaterali”. Gadi Piperno, con il supporto di rav Roberto Della Rocca direttore del dipartimento Educazione e cultura UCEI, ha poi revisionato l’opera per eventuali modifiche o aggiunte al testo: “Se Bereshit si prestava di più ad essere indirizzato ad un pubblico giovane, in Shemot ci siamo trovati di fronte a molti punti complessi da spiegare: come costruire il Mishkan ad esempio, o l’enumerazione di norme giuridiche e civili”. Le due autrici conducono poi tra le pagine del libro, uno strumento scorrevole e divertente, che non perde mai di vista il proprio scopo: rafforzare l’identità ebraica, il legame con Israele e spingere i piccoli lettori a volerne sapere di più. Un libro che si rivolge direttamente al bambino ma è pensato per essere letto con nonni, genitori o insegnanti, con foto, disegni, approfondimenti e piccoli quiz. Le moroth Mirna e Anna però non si fermano, Vaykra è già in cima ai pensieri.

Rachel Silvera twitter @rsilveramoked

(1 dicembre 2014)