Storie – Asti, una mostra sulla persecuzione
Una mostra sulla persecuzione subita dalla comunità ebraica di Asti in seguito alle leggi razziste del 1938, intitolata “Enrica Jona: il mestiere di testimone. Testi e documenti” è in corso nella bella città piemontese fino al 14 dicembre (dal venerdì alla domenica, 16-18) e sarà poi riaperta il 16 gennaio.
Enrica Jona, classe 1910, fu allontanata dall’insegnamento in seguito alle leggi razziste. Venne arrestata ad Asti il 25 maggio 1944 (due giorni dopo furono catturati anche i genitori, Leopoldo Ezechia Jona e Olga Levi). Imprigionata a Torino e a Milano, fu poi trasferita al campo di transito di Fossoli e di qui inviata ad Auschwitz il 26 giugno 1944 e immatricolata a Birkenau col numero A-8472. Trasferita a Ravensbrück e Neustadt-Glewe, fu liberata durante l’evacuazione da quest’ultimo Lager. I genitori, deportati da Verona ad Auschwitz il 2 agosto 1944, vennero invece uccisi all’arrivo a Birkenau. Enrica Jona è morta ad Asti il 24 agosto 2000.
La mostra, allestita nei locali della Fondazione a Palazzo Alfieri, lega arte e documenti. Da un lato la collezione artistica della famiglia Jona, donata alla Fondazione intitolata allo scenografo Eugenio Guglielminetti, di cui Enrica Jona era stata insegnante. Dall’altro una sezione dedicata ai documenti sulla persecuzione.
L’esposizione riguarda dipinti e stampe del Novecento, firmati da Giovanni Fattori, Giorgio De Chirico, Felice Casorati, Amelia Platone e dallo stesso Guglielminetti, che realizzò anche un toccante ritratto di Enrica Jona.
La sezione documentale, invece, proviene dall’archivio privato della famiglia Jona (Enrica ed Elda), e integra documenti e oggetti già custoditi dall’Israt, l’istituto per la storia della Resistenza, che collabora all’allestimento della mostra curata da Marida Faussone, Grazia Bologna e Tullia Jona, nipote di Enrica, che ha promosso l’iniziativa.
Le opere, i documenti e le testimonianze verranno poi pubblicate in un catalogo.
Mario Avagliano
(2 dicembre 2014)