integrità…

“Venne Yakòv integro…” (Bereshìt 33, 18). Rabbì Menachem Mendel Schneerson, settimo Rebbe di Lubavitc, ci fa notare che, dopo tutto quello che Yakòv aveva passato da suo suocero Lavan, e dopo l’incontro con suo fratello Esàv, la Torah sottolinea come egli fosse “integro”. Il grande commentatore, Rabbì Shlomò Itzhaki, conosciuto per il suo acronimo come Rashì, spiega che egli era “integro” nel corpo, vale a dire che era guarito dalle ferite che gli aveva provocato la lotta con l’angelo. Che era “integro” nelle sue proprietà e nei suoi beni materiali, nulla gli era stato sottratto. E che era “integro” nella Torah e nel suo modo di comportarsi.

David Sciunnach, rabbino

(3 dicembre 2014)