Qui Roma – Urtisti, valore da riscoprire
“Il profondo legame che gli urtisti hanno con le piazze e i monumenti di Roma è un paradigma della simbiosi degli ebrei con questa città. Da oltre due millenni”.
È la suggestiva immagine evocata da Miriam Haiun, direttrice del centro di cultura della Comunità ebraica e curatrice, con il supporto di Micol Temin, della mostra “Urtisti e ricordari a Roma” (3-7 dicembre) che porta all’attenzione del pubblico passato, presente e futuro di una categoria storica della Capitale, nata ai tempi della Roma papalina, regolarizzata con nuovi decreti dall’indimenticato Ernesto Nathan e ancora oggi, ultimo anello di un lungo passaggio intergenerazionale, nel campo del commercio di souvenir, ricordi e oggettistica religiosa.
Due le chiavi di lettura della mostra, spiega ancora Haiun: da una parte gli urtisti, la loro storia, il loro lavoro; dall’altra un’analisi socio-economica su come la Comunità si è sviluppata dai tempi del Ghetto fino alla contemporaneità. Con uno sguardo proiettato in avanti: gli urtisti attendono infatti col fiato sospeso quale direzione prenderanno le norme anti-degrado varate dalle istituzioni cittadine. Perché, come ribadito ieri dalla presidente del Consiglio del Municipio XII Alessia Salmoni, protagonista di una mobilitazione a loro sostegno assieme al presidente del Pd romano Michele Giuntella, “sono un punto di riferimento per la città, contribuscono alla sua sicurezza e sono i primi dispensatori di informazioni utili ai turisti”. E, soprattutto, non possono essere in alcun modo confusi con chi pratica l’abusivismo e la concorrenza sleale.
Ad intervenire anche il rabbino capo Riccardo Di Segni, il presidente della Comunità ebraica Riccardo Pacifici, il direttore del dipartimento culturale della Comunità Claudio Procaccia e i rappresentanti di categoria Fabio Gigli e Massimo Vivanti (detto Vitalino). A precedere gli interventi le suggestioni ricavate dalle audio-interviste di Giovanni Piperno. Tra le tante figure memorabili ad emergere la spigliatezza di Giovanni Spizzichino, che parlava bene l’inglese e che fu protagonista di un colloquio con Dwight Eisenhower, allora presidente degli Stati Uniti, per poi ricevere da quest’ultimo una lettera di apprezzamento in ricordo dell’incontro (la foto del colloquio e la lettera, non a caso, sono pubblicate nella locandina dell’evento).
Urtisti di ieri, urtisti di oggi. “Siamo preoccupati – ci racconta Roberto Sonnino – perché il nostro futuro è incerto. Si parla di degrado ma non siamo certo noi a contribuire a questo, anzi tutto il contrario. Siamo un tassello imprescindibile di Roma e sarebbe bene che questo valore fosse maggiormente compreso da tutti”. Preoccupazione è espressa anche da Angelo Di Segni: “Siamo in attesa di una delibera, la mia speranza è che il sindaco Marino lanci presto un segnale”.
(Nella foto in alto il colloquio tra Giovanni Spizzichino e il presidente degli Stati Uniti Dwight Eisenhower, in basso gli urtisti Roberto Sonnino e Michele Zarfati detto Miky).
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(3 dicembre 2014)