Gentiloni, “Italia in prima linea per riunificare la Libia”

rassegnaL’Italia e la minaccia libica. “La Libia è troppo importante. Per la nostra sicurezza, per gli approvvigionamenti energetici, per l’impatto dei flussi migratori (dei 165 mila migranti che nel 2014 hanno raggiunto le nostre coste, oltre il 90% lo ha fatto transitando per la Libia)”. Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni dalle colonne della Stampa rilancia il ruolo italiano per portare la Libia alla riconciliazione nazionale. Secondo il ministro costruire una democrazia a Tripoli significa rispondere concretamente alle minacce fondamentaliste dell’Isis.

A Roma è “operazione legalità” – Continuano le rivelazioni sul caso Mafia Capitale, la maxi-inchiesta che ha investito una parte della politica romana, invischiata in un sistema di criminalità legata al mondo neofascista. Secondo il prefetto Giuseppe Pecoraro, se il caso fosse scoppiato in un comune del Meridione, questo sarebbe stato sciolto per mafia, tale è la gravità della situazione capitolina (Repubblica). Il sindaco Ignazio Marino resiste, prepara il rimpasto e pensa all’ex procuratore Giancarlo Caselli per l’assessorato alla Trasparenza e legalità (La Stampa). “Da questa inchiesta romana emerge una classe politica completamente subalterna alle lob-bycriminali”, afferma il presidente dell’Autorità anticorruzione Raffaele Cantoni (Sole 24 Ore). E intanto tre uomini del Pd, coinvolti nell’indagine – a dimostrazione della preoccupante trasversalità del sistema corrutivo – si dimettono e autosospendono dal partito (Corriere) mentre la base di questo sistema di malaffare comincia a traballare, con altri imputati pronti a parlare (Corriere della Sera). Il Movimento Cinque Stelle e Silvio Berlusconi chiedono a Marino un passo indietro e nuove elezioni mentre il Vaticano, attraverso il cardinale Pietro Parolin, dichiara la sua preoccupazione per lo stato di illegalità emerso dall’inchiesta (Sole 24 Ore).

Il passato nero di Alemanno – L’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno è tra gli indagati della maxi operazione su Mafia Capitale. Quando Alemanno era al Campidoglio, attraverso la sua segreteria, scrive il Fatto Quotidiano riportando quanto scritto dai magistrati, passavano le tangenti dirette a sostenere il sistema del malaffare romano. Sempre il Fatto intervista il politologo Marco Tarchi, ex missino, che sulle elezioni a sindaco di Alemanno afferma, “volendo costruire una rete di sostegno dopo aver vinto nella Capitale, per Alemanno è stato più facile contare su vecchie conoscenze pericolose e sgradevoli, l’equivalente neofascista del “compagni che sbagliano”: grotteschi quei saluti romani il giorno della sua elezione”.

Il preside e il presepe vietato – A Bergamo è polemica sulla decisione del preside della scuola De Amicis che nel “rispetto della multireligiosità”, ha deciso non realizzare all’interno dell’istituto il presepe natalizio. Il leghista Matteo Salvini è stato il primo a intervenire, invocando la difesa delle tradizioni. La sinistra accusa Salvini di strumentalizzare la questione e di istigare all’odio (Repubblica) mentre il preside chiarisce: “non ho vietato niente, ha solo espresso un orientamento perché nessun allievo si sentisse discriminato. Se tutti sono d’accordo il presepe si può fare”. Anche Michele Serra nella sua Amaca interviene sulla questione.

Il sarto di Obama – Sul Messaggero la storia di Martin Greenfield internato a 15 anni ad Auschwitz, poi a Buchnwald, sopravvissuto alla Shoah e poi ricostruitosi una vita come sarto negli Stati Uniti. Fino a diventare il sarto ufficiale della Casa Bianca. “Ero ai cancelli, di fianco al giovane Eli Wiesel quando Eisenhower e Patton arrivarono – ricorda Greenfield nel libro appena pubblicato delle sue memorie – Strinsi la mano al primo, mentre il secondo era così allibito da quello che aveva davanti agli occhi che sembrava una statua di marmo”.

La Shoah e le responsabilità italiane – I carnefici italiani, ultimo libro dello storico Simon Levis Sullam, presentato su Repubblica, si sofferma sulle responsabilità italiane, tra il 1943 e il 1945, nell’orrore della Shoah. Dasa Drnic nel suo Trieste parla dei crimini nazisti attraverso testimonianze, lettere, fotografie.

Daniel Reichel

(7 dicembre 2014)