Il presepe negato
Puntuale come le tasse arriva anche quest’anno la polemica sul presepe negato in una scuola pubblica. Puntuali come gli avvoltoi non mancano i politici che si gettano sull’occasione per strumentalizzarla, trovandoci noi in perenne e noiosa campagna elettorale.
L’ipocrisia che permea questo tipo di dibattito è storica ed è dovuta, a modesto credente e liberale parere di chi scrive, alla mancanza di volontà e coraggio nel realizzare un vero e paritario rapporto, come Costituzione peraltro vorrebbe, tra Stato e singole fedi.
È quella che si chiama Laicità, ovvero la condizione nella quale, in reciproco autonomo rispetto e nel comune rispetto delle leggi civili, sfera pubblica e sfera religiosa, nelle sue varie declinazioni,convivono pacificamente e nella quale, anzi, la sfera pubblica (lo Stato) è garante della libertà tra tutti e verso tutti, non credenti compresi.
Ritenere che la visione di un simbolo religioso possa essere offensiva per alcuni mi appare sbagliato ma se la scuola, come l’intera società, fosse aperta a tutti, a pari condizioni, o in alternativa applicasse un rispettoso separatismo con tutti, i semi di certe assurde situazioni con il seguito di interminabili polemiche non potrebbero attecchire, eliminando alla radice il problema.
Con buona pace di ipocriti e avvoltoi politici, categorie spesso coincidenti.
Gadi Polacco
(7 dicembre 2014)