Nugae – Lettere
I romanzi epistolari sono l’apoteosi della romanticheria vintage. Il fascino retro si unisce alla sensazione di entrare per davvero nella vita dei personaggi, di essere ammessi nella loro sfera più intima. In pratica di farsi con lo spirito più impiccione i fatti altrui, ma quasi su invito. Figuriamoci se i personaggi sono veri, ed è possibile leggere vere lettere scambiate tempo addietro. Per esempio, è stata pubblicata proprio questa settimana una lettera inviata da Albert Einstein a Marie Curie. E l’argomento non sono straordinarie scoperte scientifiche. Nel qual caso si aggiunge dunque l’immagine affascinante di una tenera corrispondenza tra due geni a cui sono affezionati persino quelli che di scienza non capiscono nulla, che si sostengono a vicenda contro i tormenti della vita. Albert infatti esorta Marie a lasciar perdere le “fandonie” della “marmaglia” (meravigliosi termini di un altro secolo). All’epoca, ovvero il 1911, la povera Marie era sommersa di ridicole critiche, perché nonostante avesse vinto un Nobel, essere donna, atea però con presunte origini ebraiche nella Francia dell’Affaire Dreyfus, e pure oggetto di gossip riguardanti un’ipotetica love story con un lo scienziato Paul Langevin, la rendeva un bersaglio facilissimo. E così Albert, dichiarandosi anche “fortunato di aver fatto la sua conoscenza”, ha voluto consolarla. Un pensiero affettuoso e un consiglione. Non ti curar di loro ma guarda e passa, direbbero oggi quelli che vogliono far vedere di essere dei grandi intellettuali snocciolando frasi di Dante che ormai però sono diventate talmente inflazionate che “non ci sono più le mezze stagioni” sembra un luogo meno comune, come sottolinea un collega sconfortato. Tra l’altro avevamo pure pensato di stilare una lista di queste meraviglie della citazione ossessiva. A questo punto vale la pena di farlo con uno scambio di epistole, forse un giorno qualcuno le leggerà affascinato.
Francesca Matalon, studentessa di lettere antiche
(7 dicembre 2014)