Qui Napoli – La prima volta del nuovo rav

Napoli-20141208-00818“Ringrazio il Consiglio per la fiducia accordatami ed esprimo l’auspicio che possa attenderci un futuro di gioia. Il successo di un rabbino, tra i vari fattori, lo si misura anche in relazione al numero di matrimoni e di milot”. Lo ha affermato il nuovo rabbino capo di Napoli, rav Umberto Piperno, incontrando questa mattina gli iscritti della Comunità partenopea. Una prima occasione di confronto, declinata in una lezione di Torah e in un momento conviviale, per gettare le basi in vista dell’inizio ufficiale del mandato (primo gennaio 2015).
Accolto tra gli altri dal presidente della Comunità ebraica Pierluigi Campagnano, dal vicepresidente e consigliere UCEI Sandro Temin e dall’assessore al bilancio dell’Unione Noemi Di Segni (che ha portato i saluti del presidente Renzo Gattegna), rav Piperno ha ricordato alcune figure che hanno guidato il suo percorso di studio e di formazione ebraica partendo da rav Isidoro Kahn, che ne accompagnò la crescita dall’età di 10 anni, per arrivare al morè Cesare Eliseo la cui voce, ha spiegato, “era capace di incantare”.
Tema della lezione odierna la natura della leadership e gli interventi che vanno adottati nei momenti di difficoltà. Una lezione arricchita da alcune domande formulate dal grande pensatore portoghese Itzhak Abravanel, che trascorse parte della propria vita a Napoli.
“Rav Piperno – spiega l’assessore Di Segni – si insedia in una Comunità molto particolare perché da un lato ha le caratteristiche e le esigenze di una realtà piccola ma dall’altro un raggio d’azione enormemente più grande essendo un punto di riferimento per tutto il Meridione: un mondo significativo per ampiezza del territorio e per lo sviluppo a tasso elevato del fenomeno. La sfida, per Napoli, è servire sia la piccola dimensione che la maglia larga”. Commentando un riferimento del rav alla vocazione di Napoli come città d’approdo (funzione simbolicamente assolta anche attraverso un porto di respiro internazionale) Di Segni ha sottolineato come questo processo venga vissuto con grande attenzione e intensità dall’UCEI. Tra i vari spunti di riflessione emersi in giornata, infine, l’importanza di interrogarsi su quale sia oggi il modo migliore per fare Comunità. “C’è fame – conclude Di Segni – c’è bisogno di un riferimento su cui contare e con il quale confrontarsi. I rabbini hanno un compito impegnativo: creare un nucleo all’interno del quale le persone possano riconoscersi”.
Nel presentare i volti e le diverse anime della Napoli ebraica il presidente Campagnano si è soffermato sull’ampiezza del territorio coperto dai servizi comunitari e sull’attivismo dei vari nuclei disseminati nel Meridione per poi sottolineare, a fronte di alcune assenze in sala, l’esistenza di alcune fratture tra iscritti “che ci auguriamo possano essere al più presto sanate”. Un aspetto sul quale fermo è stato l’impegno del rav a favore di una sempre maggiore coesione sia interna che nei rapporti con le altre Comunità.
Già rabbino capo di Trieste, rav Piperno ha al suo attivo alcune esperienze di lavoro negli Stati Uniti tra cui la guida della Sephardic Congregation di Riverdale fino al 2012. Dal momento del ritorno a Roma è insegnante presso l’Ufficio Rabbinico oltre a svolgere le funzioni di rabbino presso la sinagoga Bet Shalom. Nel suo incarico napoletano succede a rav Scialom Bahbout, insediatosi pochi giorni fa a Venezia.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(8 dicembre 2014)