Gli sciacalli sui migranti

tobia zeviPer noi che da anni denunciamo lo sfruttamento politico della questione migratoria, le intercettazioni di questi giorni chiudono il cerchio. Per noi che abbiamo continuato a invocare una discussione aperta e ragionevole sulla società e sull’apporto (necessario) degli stranieri, tante cose si fanno più chiare. Per noi che abbiamo accusato la destra, quasi al completo, di ridursi a “imprenditore politico della paura”, è doloroso scoprire che pezzi del centrosinistra in questi anni hanno lucrato sulla gestione dei migranti. Per noi che abbiamo reclamato diritti e dignità per i rom, i paria del mondo in cui viviamo, scoprire i campi nomadi come fonte di arricchimento criminale è semplicemente osceno.
L’oscenità di quella frase carpita a Salvatore Buzzi, grande capo della cooperativa 29 giugno, nelle intercettazioni su Mafia Capitale: “Tu c’hai idea di quanto ce guadagno sugli immigrati? Il traffico di droga rende meno”. Un’oscenità che fa ragione di tre pregiudizi: i soldi per gestire l’immigrazione, almeno nella fase dell’emergenza, ci sono eccome; le risorse vengono spesso sperperate oppure direttamente rubate, come dimostrano le condizioni incomparabili tra un Centro e l’altro: alcuni umani (pochi e ben gestiti), altri privi di qualunque dignità (molti); la sussidiarietà in questo settore è un’arma a doppio taglio: se nel sociale essa rappresenta un’opportunità, perché i cittadini possono giudicare la qualità dei servizi tra pubblico e privato, i migranti o i rifugiati, spesso privi di contatti con l’esterno, difficilmente possono lamentarsi di prestazioni inadeguate e sovra-costo. Oltre che disumane. E finiscono nelle mani di imprenditori senza scrupoli, che risparmiano sul cibo, sull’igiene, sul riscaldamento. Basta recarsi nei Centri per rendersene conto. In un settore come questo la gestione può essere affidata ai privati solo se la pubblica amministrazione è in grado di controllare ed esigere.
Se poi ai migranti e ai rifugiati si associa anche il controllo sui campi rom, l’oscenità è davvero completa. Perché in questi anni “i zingari” sono state vittime dei peggiori pregiudizi e cassetta per un consenso sempre fresco. E l’idea che gli stessi politici, inveendo, elargivano appalti agli amici per costruire campi rom schifosi, fa davvero orrore. E dimostra che, anche qui, i soldi ci sono. Mala tempora currunt. Per il poco che conta, noi continueremo a denunciare come abbiamo fatto fino ad adesso.

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas @tobiazevi

(9 dicembre 2014)