Qui Gerusalemme – “Vittorio Dan Segre, grandezza e profondità”

in memoria di dan segreIn sella a un cavallo dritto e fiero, un giovane sorride, guardando lontano. Nell’immagine successiva quel giovane ha qualche anno di più ed è seduto di fronte a Golda Meir. Natura e città, Italia, Israele, l’amata moglie Rosetta, figli e nipoti. Sono i protagonisti delle fotografie che scorrono nella sala dell’Istituto Van Leer di Gerusalemme per ricordare Vittorio Dan Segre, scomparso a settembre all’età di 92 anni. Raccontano il ritratto di un uomo sospeso tra due, tre, cento diversi mondi, e capace di vivere a pieno ciascuno di essi, dal Risorgimento al sionismo, dal Piemonte alla Capitale israeliana. E lo stesso messaggio emerge nitido dalle parole dei tanti amici, parenti, rappresentanti delle istituzioni venuti a ricordarlo, nella serata in sua memoria organizzata dall’Ambasciata d’Italia in Israele e dall’Istituto di Cultura di Tel Aviv in collaborazione con la Hevrat Yehudei Italia.
A non voler far mancare il proprio omaggio a Segre, e alla sua capacità di lasciare il segno nel XX secolo di entrambe le patrie per cui il suo cuore palpitava, anche il presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano e il presidente emerito dello Stato d’Israele Shimon Peres, attraverso due messaggi letti dall’ambasciatore italiano Francesco Maria Talò. Talò ha poi condiviso con il pubblico la sua gratitudine nei confronti di Segre, capace di insegnargli tanto sul Medio Oriente attraverso i suoi libri e articoli prima, e di proseguire nell’opera tanti anni dopo di persona, a partire dalla vigilia della sua partenza per assumere l’incarico in Israele e fino al momento della sua scomparsa.
“Io credo fermamente che una persona come Dan non possa davvero morire. Forse ora è intento a intervistare il Signore stesso per il suo giornale” la mordace riflessione di rav Adin Steinsaltz, uno dei massimi studiosi di Talmud dell’età contemporanea e caro amico di Segre.
“Ogni persona ha le sue caratteristiche peculiari. La sua era quella di raccontare sempre la verità, ma in un modo tale che sembrava sempre si trattasse di bugie. Dan rappresentava la più perfetta incarnazione dell’ebraismo italiano, della sua simpatia, della sua capacità di essere un miscuglio di mille cose inesistenti altrove, e di essere così fondamentale per lo sviluppo dell’ebraismo europeo tutto”.
Presente in sala, tra gli altri, anche il quinto presidente dello Stato ebraico Yitzhak Navon; ad alternarsi sul palco, in una maratona di ricordi coordinata dall’addetta culturale dell’ambasciata italiana Simonetta Della Seta, sono stati il filosofo della scienza Joseph Agassi, l’architetto David Cassuto, il diplomatico israeliano Michael Bavli, Yones Abu Rabia, tra i primi membri della popolazione beduina a laurearsi in medicina in Israele e oggi rinomato medico e attivista, di cui Segre fu mentore e punto di riferimento durante i suoi anni all’università e in seguito. Poi ancora Emmanuel Sivan, importante studioso di affari mediorientali, il demografo Sergio Della Pergola, l’analista Manfred Gerstenfeld, il giornalista Maurizio Molinari, il figlio Michael.
A essere messa in luce non solo la capacità di Segre di “combinare grandezza e profondità” come sottolineato da Shimon Peres, e di farlo in tutte le diverse parti della sua vita, ma anche l’attitudine all’ascolto e all’accoglienza, la grande generosità, in particolare nei confronti delle nuove generazioni. Tanti gli aneddoti portati all’attenzione del pubblico a comporre il mosaico di un patriota, insegnante, soldato, giornalista, diplomatico, scrittore, analista, rimasto se stesso fino all’ultimo. Come raccontato da Molinari: “L’estate scorsa durante Margine Protettivo, ho chiamato Vittorio dal tetto dell’albergo di Gaza. Lui, saputo dove mi trovavo, è stato capace di descrivermi per filo e per segno ciò che avevo di fronte agli occhi”.
Oppure ancora il ricordo, condiviso da Cassuto, di uno degli ultimi incontri con Segre. “Gli ho domandato come mai avesse deciso di farsi crescere la barba. ‘Perché altrimenti non si accorgerebbero che sono vecchio’ mi ha risposto”.
Ad essere presente alla serata anche la consigliera dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Liliana Picciotto.

Rossella Tercatin

(12 dicembre 2014)