Ferrara – Al Meis tra rito e tradizione

sharon“Torah fonte di vita”, una esposizione per raccontare il popolo del libro. Attraverso oggetti cerimoniali di ritualità pubblica e privata si ricostruirà un percorso della mostra che giovedì aprirà i battenti al Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara e che è stata presentata oggi nel corso di una conferenza stampa dalla curatrice Sharon Reichel, storica dell’arte, e dall’assessore alla cultura del Comune di Ferrara Massimo Maisto. L’iniziativa è promossa dal MEIS in collaborazione con la Comunità ebraica, il Comune di Ferrara e la Direzione regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia Romagna. “Il proposito alla base di questo allestimento è stato di rendere onore alla collezione del Museo Ebraico della Comunità di Ferrara, attraverso l’elaborazione di una nuova narrazione che tenesse conto del pubblico del MEIS”, ha spiegato Reichel. Al suo centro, con l’allestimento dell’architetto Monica Bettocchi, c’è appunto la Torah, in un percorso che attraverso l’esposizione di oggetti della collezione del Museo ebraico dà conto di tutti i momenti in cui il singolo viene a contatto con il testo sacro in un continuo intreccio tra ritualità pubblica e privata. Il MEIS diventa così promotore di dialogo tra comunità ebraica e società civile esplicitando con questa mostra la vicinanza di due mondi, valorizzando la compenetrazione culturale e gli intrecci storici che da sempre sono stati prerogativa della città estense. “La collezione del Museo Ebraico di Ferrara offre anche l’opportunità di mostrare come il MEIS possa e voglia essere un’istituzione il cui fine non si limita alla conservazione delle memorie del passato, ma sia quello di porsi come presenza attiva per la ridefinizione del presente, per il pubblico ebraico e non, un luogo in cui riflettere sulle proprie differenze ma anche sulle molte inaspettate uguaglianze”, ha sottolineato Reichel. All’interno di Torah fonte di vita si ritrova sempre la costante dialettica tra testo scritto e orale attraverso cui si esprime la natura stessa dell’ebraismo, che trae continuamente vitalità dal pensiero e dall’elaborazione di nuove idee. La volontà di suscitare anche nel visitatore domande e spunti di riflessione è visibile nella presenza di uno spazio all’interno del percorso in cui il pubblico stesso è invitato a interagire ponendo domande. Uno spazio dedicato ai testi conclude la mostra, articolata su tre sale, e comprende una prima edizione autografata del libro “Una città di pianura”, di Giacomo Marchi, pseudonimo di Giorgio Bassani. L’allestimento di Torah fonte di vita costituisce un risultato importante sia per la città di Ferrara, restituendo al pubblico una parte importante della sua identità rimasta celata per due anni a seguito della chiusura del Museo della Comunità Ebraica per i danni dovuti al sisma che ha colpito la regione, sia per il MEIS, permettendo un’apertura permanente del suo primo stralcio, fino ad ora avvenuta solo per brevi periodi. Un’occasione lieta che cade inoltre proprio nella settimana della festa di Channukkah, di cui rav Luciano Caro officerà il rito di benedizione e accensione delle candele durante la cerimonia di inaugurazione. Il museo presenterà inoltre, accanto al percorso espositivo, uno spazio multimediale dedicato alla promozione turistica con due itinerari sulla Ferrara ebraica. La mostra rimarrà aperta ai visitatori fino al 31 dicembre del 2015.

Francesca Matalon

(16 dicembre 2014)