Il Decalogo secondo Benigni, l’apprezzamento del rav Di Segni
Nelle ore che hanno sancito l’ingresso di Chanukkah, la festa della luce, molti ebrei italiani davanti al piccolo schermo per assistere alla seconda parte dello spettacolo sui Dieci Comandamenti di Roberto Benigni. Tra questi non pochi rabbini, che già ieri avevano espreso un diffuso apprezzamento (ma anche qualche critica) per la narrazione “ebraica” del Decalogo interpretata, con grande successo di pubblico, dall’attore toscano.
Tra quanti hanno scelto di trascorrere la serata davanti al televisore il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, che ha seguito con attenzione il monologo e tutte le sfumature di significato toccate nelle oltre due ore di show. “Sono rimasto positivamente stupito dalla quantità di messaggi midrashici che sono passati e dal modo in cui è stato presentato il Talmud. Si vede – l’annotazione del rav – che Benigni si è preparato a fondo, attingendo in modo significativo da libri e testi ebraici”.
Il largo consenso suscitato da questa performance induce in rav Di Segni una riflessione: “È molto interessante come in questa società ricevano più ascolto i messaggi di chi non esercita direttamente la professione rispetto agli addetti ai lavori. La mia impressione è che, al giorno d’oggi, le cose serie si sia disposti a introiettarle più facilmente da chi fa spettacolo rispetto ad altre fonti”.
Talmud, midrashim, il senso dello Shabbat: molteplici gli stimoli ebraici arrivati a milioni di telespettatori. Una possibilità non consueta nel panorama del servizio pubblico nazionale anche se, conclude il rav, “non sono sicuro che così tante persone abbiano colto questa peculiarità”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(17 dicembre 2014)