Israele – Il governo contro le ipocrisie diplomatiche
Una “altra mossa aggressiva”. Così il ministro degli esteri israeliano Avigdor Lieberman ha definito la Risoluzione presentata la notte scorsa dai palestinesi nel Consiglio di sicurezza dell’Onu. “Abu Mazen – ha detto il ministro – sta guidando un’operazione il cui obiettivo è la censura di Israele. Ma non ci saranno benefici per i palestinesi, bensì l’opposto”. La via intrapresa da Ramallah di chiedere all’Onu il riconoscimento dello Stato palestinese e di costringere Israele al ritiro entro i confini del 1967, è l’oggetto della critica del capo della diplomazia che ricorda alla controparte così come all’intera comunità internazionale che alla pace si può arrivare solo con il negoziato e non con azioni unilaterali. “Sarebbe meglio che il Consiglio di sicurezza si occupasse di questioni che sono realmente importanti per il mondo, come i sanguinosi attacchi di questa settimana in Australia e Pakista, o discutere quanto accade in Siria e in Libia e non perdere tempo con i trucchi palestinesi”. Con sconcerto e sdegno è stata poi accolta dal governo di Gerusalemme, le decisioni da una parte della Corte Europea di derubricare Hamas, il movimento che controlla la Striscia di Gaza, dalla lista delle organizzazioni terroristiche, dall’altra del parlamento UE di riconoscere in linea di principio lo Stato palestinese. “Abbiamo assistito a esempi sconvolgenti dell’ipocrisia europea”, la reazione del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu il cui lavoro diplomatico prima delle elezioni in Israele del prossimo 17 marzo si profila decisamente intenso. Intanto arrivano rassicurazioni dalle istituzioni UE almeno sulla questione di Hamas, tolta dalla Corte dalla lista dei movimenti terroristici per “questioni procedurali”. La decisione per il momento non avrà nessun effetto concreto, le rassicurazioni a Gerusalemme da parte dell’inviato Ue in Israele Lars Faaborg-Andersen. Le sanzioni rimarranno in vigore, continua Faaborg-Andersen, ma la richiesta israeliana è che la Corte faccia un passo indietro. Ci saranno tre mesi di tempo per fare ricorso a questa decisione. Tre mesi per ripristinare quanto a tutti è noto, scriveva oggi Fiamma Nirenstein sul Giornale.
(18 dicembre 2014)