Time out – Stati
Sarebbe curioso sapere se gli Stati che stanno votando per il riconoscimento dello Stato palestinese considereranno come dichiarazione di guerra i missili e gli attentati di Hamas. Uno Stato, per chi non lo sapesse, non dipende dal riconoscimento di altri paesi, ma è una situazione de facto per cui in un determinato territorio esiste un’autorità politica in grado di mantenere l’autorità. Nei territori palestinesi questa situazione non è presente e neanche i falsi accordi tra Fatah e Hamas possono illudere che esista un’autorità unica in grado di detenere il potere. Riconoscere oggi la Palestina significa legittimare il fondamentalismo nell’area. Non è Abu Mazen ad uscire rinforzato dai vari riconoscimenti, ma Hamas che dimostra come sia possibile ottenere dei successi diplomatici pur cercando di distruggere Israele. Se i risultati si ottengono dopo aver lanciato migliaia di missili e non attraverso le trattative, per quale ragione in futuro le altre pretese dovrebbero essere trattate su un tavolo e non con le armi? Questo è il punto. I fondamentalisti saranno ancora più forti e la decisione del parlamento europeo arriva il giorno dopo della terribile uccisione di 141 bambini in Pakistan. Qual è il legame si domanderà qualcuno, dimenticando che Hamas, i talebani e l’Isis sono la stessa cosa. La pretesa di un continente come l’Europa dovrebbe essere quella di sostenere e incoraggiare la nascita di nuove democrazie, non di autoritarismi in cui i cristiani vengono discriminati e gli ebrei uccisi. Luoghi dove la libertà prospera e in cui le idee possono circolare liberamente. Su queste basi era nata l’Europa, ma quella di oggi è un’altra Europa, più attenta alle regolamentazioni e alle normative che ai valori di libertà che invece dovrebbe difendere.
Daniel Funaro
(18 dicembre 2014)