Il ‘no’ americano alla proposta della Giordania

rassegnaUn ‘no’ a stelle e striscie. Dopo la proposta di risoluzione del conflitto israelo-palestinese da parte della Giordania, che ieri l’ha presentata al Consiglio di sicurezza dell’Onu chiedendo il ritiro di Israele ai confini del 1967 entro il 2017, gli Stati Uniti si sono espressi contrari. La Stampa riporta le parole del portavoce del Dipartimento di Stato Usa Jen Psaki che ha dichiarato: “Non è una cosa che sosterremo”. Iniziativa, quella della Giordania, condannata duramente da Israele: il ministro per gli Affari strategici Yuval Steinitz l’ha definita “una dichiarazione di guerra”. Su Panorama, un approfondimento della questione dal titolo “Perché Israele non vuole i confini del ’67”, nel quale vengono citate le parole del premier Israeliano Benjamin Netanyahu: “Non accetteremo tentativi di imporci azioni unilaterali e scadenze. Tali mosse porterebbero islamici radicali fin nei sobborghi di Tel Aviv e nel cuore di Gerusalemme”.

Il dolore di una figlia. Dopo l’agghiacciante strage nella scuola pakistana, Viviana Mazza intervista sul Corriere della Sera Ziauddin Yousafzai, il padre della giovane Malala, ultima vincitrice del premio Nobel per la Pace: “Malala era triste e spaventata, non l’ho mai vista così depressa, nemmeno quando lei stessa era in ospedale: allora l’ho vista forte, ma stavolta era traumatizzata, senza parole. Non ha fatto nemmeno i compiti”. La giovane attivista è apparsa in un video dopo la strage e ha dichiarato: “Ho il cuore spezzato”.

Un violino per amico. Nell’edizione del Corriere della Sera di Milano, la toccante soria del violino che risuonò ad Auschwitz e che ora è al Museo civico di Cremona. Lo strumento apparteneva a “Maria, una ragazza ebrea di 22 anni che con il fratello Renzo, più giovane di lei di un anno esatto, stava scappando in Svizzera”, furono poi catturati e lo affidò al fratello. Maria non tornò più a casa, Renzo invece si salvò, anche grazie a quel violino accanto.

Esser neofascista a Milano. La città è in subbuglio per il convegno che domani riunirà in una sala della Provincia alcuni dei più minacciosi gruppi di estrema destra europei. Su la Repubblica Milano la notizia: “Ieri, contro l’iniziativa — a cui parteciperanno i greci di Alba Dorata, gli inglesi del British National party, gli spagnoli di Democracia Nacional, gli esponenti del Ndp, il partito Nazionaldemocratico tedesco è intervenuto anche il sindaco Giuliano Pisapia. «Ancora una volta la “Milano dei diritti” è lo scenario di una provocazione dell’estrema destra, con la scusa di un convegno a cui sono stati invitati movimenti e partiti della destra radicale di tutta Europa», ha scritto il sindaco su Facebook”.

App che riparano il mondo. Sul Venerdì di Repubblica la nuova invenzione made in Berlino: “Per coloro che vogliono combattere i raduni dell’ala destra estremista a Berlino, che sono ormai sempre più numerosi, è ora a disposizione un nuovo strumento: si chiama «Gegen nazis» (anti-nazi) ed è un’applicazione per smartphone che aiuta gli utenti a capire i piani degli estremisti, in modo da organizzare rapidamente una protesta compatta. La app è stata creata grazie ai fondi per la capitale, e sviluppata dall’associazione per la cultura democratica di Berlino”. Ma tante sono le idee per contrastare inquietanti nostalgici, un tema trattato qualche settimana fa anche sul portale dell’ebraismo moked.it.

Tana per Balotelli! Dopo aver pubblicato sui social un’immagine che recava la scritta: “Sii come Mario, è un idraulico italiano, creato da giapponesi, parla inglese e somiglia a un messicano. Salta come un nero e raccoglie monete come un ebreo”, il calciatore Mario Balotelli dovrà scontare una giornata di squalifica e pagare una multa di circa 25mila sterline. A multarlo, la Football Association che ha condannato la frase razzista. Balotelli, riporta oggi la Gazzetta dello Sport, si è prontamente scusato: “La decisione della FA dimostra che ho sbagliato. Mi dispiace che i miei compagni e i tifosi del Liverpool debbano essere penalizzati per qualcosa che ho fatto e di cui adesso mi pento”.

Se Kim vince. Fa discutere la decisione della Sony di ritirare dalle sale il film “The Interview” nel quale si immagina un complotto per uccidere Kim Jong-un, leader coreano che ha per protagonisti James Franco e Seth Rogen. La Sony ha ceduto dopo i numerosi ricatti degli hacker. Sul Corriere della Sera le parole dell’attore Ben Stiller: “Questo è un precedente censorio gravissimo ai danni della satira di costume e di ogni libertà d’espressione”.

Vivere a ritmo. Sul Venerdì, un incontro con il cantante israeliano Idan Raichel, ora in duo con il chitarrista musulmano Vieux Farka Touré. Un sound “a metà tra deserto e Mediterraneo”.

Il pensiero di Chanukkah. Su Sette, Stefano Jesurum recensisce il libro illustrato “Ester e il disastro di Chanukkah” e riporta le parole di Shulim Vogelmann della casa editrice Giuntina: “Ester mi ha conquistato fin da subito. Forse perché è simpatica o forse perché è un’ebrea simile a me: tiene moltissimo alle feste e alle tradizioni ma si ricorda solo all’ultimo di fare i regali di Chanukkah”.

Solidarietà ai marò. Diverse testate tra cui il Corriere della Sera riportano il messaggio diffuso ieri dalla Comunità ebraica di Roma nel quale si esprime la propria vicinanza nella difficile situazione che coinvolge i due marò italiani confinati in India. La Comunità ha lanciato in questa occasione la campagna #bringbackourmarò, spiegando: “Faremo un’iniziativa al giorno finché Latorre e Girone non torneranno a casa”. L’idea è nata dopo un incontro con il ministro della Difesa Roberta Pinotti.

Rachel Silvera twitter @rsilveramoked

(19 dicembre 2014)