Roma – Urtisti, futuro a rischio
Poche settimane e dovranno abbandonare le aree limitrofe ai principali monumenti storici della Capitale per riposizionarsi in via San Gregorio, nel tratto che da via Celio Vibenna va fino a Porta Capena. È la decisione assunta dal Tar del Lazio nei confronti degli urtisti, i venditori di ricordi, mestiere ormai storico di Roma le cui radici affondano nella dispensa papale ottocentesca che permise agli ebrei di esercitare la professione e il cui presente parla ancora oggi di molte famiglie della Comunità ebraica che vivono grazie a questo lavoro.
Un presente fortemente a rischio: i giudici hanno infatti respinto l’istanza presentata contro la determinazione dirigenziale “pro decoro” emanata dal sindaco Ignazio Marino in settembre in cui si prevedeva un diverso utilizzo degli spazi attualmente occupati dagli urtisti e un loro trasferimento in altra sede. Nonostante le rassicurazioni del primo cittadino, che ha parlato di “giudizio a favore di tutta la città di Roma e quindi anche degli urtisti e delle altre categorie di commercianti”, cresce di ora in ora la preoccupazione tra i ricordari.
Appena poche settimane fa in tanti si erano ritrovati alla serata di inaugurazione della mostra organizzata dal Centro di Cultura della Comunità ebraica al Museo di Roma in Trastevere per portare all’attenzione di tutta la città la storia degli urtisti e il profondo legame degli stessi con le piazze, i monumenti, i luoghi della romanità. “La loro attitudine è un paradigma della simbiosi degli ebrei con Roma da oltre due millenni”, aveva sottolineato la direttrice del Centro di Cultura Miriam Haiun.
Promotrice di una campagna a sostegno della categoria assieme al presidente del Pd romano Michele Giuntella, la presidente del Consiglio del Municipio XII Alessia Salmoni aveva respinto una nuova volta con forza ogni accostamento della categoria al concetto di degrado. “Gli urtisti sono un punto di riferimento per la città, contribuscono alla sua sicurezza e sono i primi dispensatori di informazioni utili ai turisti. E soprattutto – le sue parole – non possono essere in alcun modo confusi con chi pratica l’abusivismo e la concorrenza sleale”. “Siamo preoccupati perché il nostro futuro è incerto. Si parla di degrado – ci raccontava Roberto Sonnino, dell’ultima generazione di urtisti – ma non siamo certo noi a contribuire a questo. Anzi, tutto il contrario. Siamo un tassello fondamentale di Roma e sarebbe bene che questo valore fosse maggiormente compreso da tutti”.
a.s twitter @asmulevichmoked
(Nell’immagine una recente manifestazione degli urtisti a Piazza di Spagna)
(19 dicembre 2014)