Hamas attacca, Israele reagisce
Israele reagisce al razzo di Hamas. Venerdì un razzo era partito dalla Striscia di Gaza contro il territorio Israeliano. Il terzo, ricordava il portavoce dell’esercito Peter Lerner, dalla firma della tregua estiva con Hamas (Avvenire). E Israele ieri ha reagito, colpendo con un attacco aereo una base di addestramento del movimento terroristico di Gaza a Khan Yunis (Libero), senza danni a persone ma solo a installazioni di Hamas. A quest’ultimo si è rivolto il primo ministro Benjamin Netanyahu, dichiarando che ogni escalation di violenza sarà imputabile al movimento terroristico e che “garantiremo la sicurezza di Israele”. La tregua sembra in ogni caso tenere.
L’Internazionale nera a Milano. Al raduno neofascista tenutosi ieri in un albergo milanese, il Milton, si sono presentate trecento persone (Corriere Milano). A salutare i presenti, tra catenine con croci celtiche e bandiere di Forza Nuova e Alba Dorata, il consigliere comunale Maria Teresa Baldini (eletta nella lista Maroni e ora nel gruppo misto Popolari per l’Italia) che si è scagliata contro il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, reo di opporsi a una manifestazione in cui si evocano complotti sionisti e si da sfogo ai nostalgici del fascismo. Il consigliere comunale di Forza Italia Fabrizio De Pasquale, presente anch’egli al raduno, non è lì per “partecipare” ma è “molto infastidito che non abbiano potuto usufruire di uno spazio pubblico” (Repubblica Milano). La legge Scelba insegna. E mentre i trecento del Milton si organizzavano per bloccare l’Isis, “fermare l’immigrazione e neutralizzare l’imperialismo israelo-americano” (Il Giorno Milano) con l’Alleanza per la pace e la libertà (questo il nome del movimento nero che vorrebbe unire le destre estremiste europee), davanti a Palazzo Isimbardi – sede della Provincia di Milano, che inizialmente aveva concesso uno spazio al raduno per poi negarlo sull’onda delle polemiche – un presidio antifascista ricordava i valori su cui si fonda l’Italia. “Milano è medaglia d’oro della Resistenza, i suoi valori non devono essere calpestati”, le parole di Roberto Cenati, presidente dell’Anpi.
Gli ebrei tedeschi contro l’islamofobia. “È inaccettabile che la paura del terrorismo islamico venga strumentalizzata per oltraggiare un’intera religione”, il duro intervento di Josef Schuster, presidente del Consiglio centrale degli ebrei in Germania, a seguito di una manifestazione in cui diecimila persone la scorsa settimana avevano accolto l’appello “degli estremisti di destra a scendere in piazza a Dresda contro gli islamisti” (Corriere della Sera). In un’intervista al tedesco Die Welt, Schuster ha condannato le generalizzazioni, ricordando come l’estremismo islamico sia sì un pericolo da contrastare ma sia assurdo pensare che la Germania possa diventare uno stato islamico per la presenza di alcuni fanatici sul suo territorio. Nel lungo articolo, Schuster si dice preoccupato di alcune recrudescenze neonaziste in Germania e ricorda come Israele sia “l’assicurazione sulla vita per ciascun ebreo”.
Francia, libertà d’opinione e censura. Il programma televisivo di Eric Zemmour, giornalista che dell’odio contro omosessuali e immigrati ha fatto il suo cavallo di battaglia, è stato cancellato dall’emittente francese che lo mandava in onda. In Francia si è scatenato il dibattito sul bilanciamento tra diritto d’opinione e censura. E sul tema si sofferma Pierluigi Battista sul Corriere della Sera, ricordando anche il caso Dieudonné, comico antisemita, censurato dal governo francese per i suoi spettacoli intrisi di odio antiebraico. Nel suo editoriale, Battista si pone contro la censura come forma di contrasto alle deliranti tesi di Zemmour. “Meglio la libertà di Zemmour e la libertà di criticarlo aspramente e senza sconti per quello che dice e che può continuare a dire”, piuttosto “la censura, l’uniformità coatta, il conformismo sancito per decreto”.
La scrittrice di Torre Pellice e il destino del padre ebreo. Nata a Riga, Marina Jarre, scrittrice valdese, si racconta in un’intervista a Antonio Gnoli su Repubblica e rievoca la tragica storia del padre, morto in Lettonia per mano dei nazisti.
Daniel Reichel
(21 dicembre 2014)