Le nostre risorse

tobia zeviAncoriamoci rocciosamente ai dati. Nel 2010 e nel 2011 (ultimi dati disponibili, ricevuti nel 2013 e 2014) si registra un incremento significativo tra coloro che scelgono la comunità ebraica (Unione delle Comunità Ebraiche Italiane) nella dichiarazione dei redditi. Il famoso Otto per mille. Il discorso è un po’ noioso ma necessario: nel 2010 (redditi 2009) optano per l’UCEI 79.860 persone. L’anno successivo l’aumento è marginale ma conferma la tendenza: 81.457. Tenendo conto che si partiva da circa 60 mila firme, stiamo parlando di un’impennata del 25% in pochi mesi.
In termini economici, circa un milione di euro in più. È bene ricordare che, stando all’ultimo Bilancio dell’UCEI, l’ebraismo italiano si regge al 75% su risorse esterne, e queste sono interamente composte dalla quota dell’Irpef destinata alle confessioni religiose. Un quadro non edificante, ma tant’è.
Che cosa succede tra 2010 e 2011? In teoria le premesse non sarebbero positive: l’“Operazione Piombo Fuso” del gennaio 2009 non è certo un regalo in termini di marketing. Procediamo per interpretazioni. In quel periodo l’UCEI si è rilanciata all’esterno con una comunicazione completamente innovativa. Il notiziario online parte alla metà del 2008, mentre il primo numero di “Pagine Ebraiche” è del 2009. La tiratura in cento mila copie è straordinaria – e mai neanche lontanamente ripetuta – e la diffusione conseguente. Negli anni seguenti crescono altri strumenti (di qualità) come il portale e gli inserti.
L’effetto benefico esplode nel 2010 e si prolunga nel 2011. L’investimento nel giornale cartaceo ha dunque una resa straordinaria e, dopo anni di campagne pubblicitarie poco produttive, amplia una platea dei firmatari potenzialmente assai più vasta. Curiosamente, quell’investimento così fortunato viene dimenticato. I dirigenti dell’ebraismo italiano discutono intanto su come distribuire le risorse anziché provare a moltiplicarle. Intanto – purtroppo – vengono a galla episodi negativi per la nostra immagine di ebrei italiani.
Le polemiche paiono insensate: la Comunità ebraica di Milano, in grande difficoltà finanziarie, ha recentemente beneficiato di un aiuto straordinario ricavato proprio dall’extra-gettito Otto per Mille. Seguendo il filo del ragionamento, non esiste alcuna alternativa tra gli investimenti sulla comunicazione e i servizi. I secondi sono possibili grazie ai primi.
Si tratta di un’interpretazione sbagliata e tendenziosa? Può essere. Ma allora qual è quella giusta? Personalmente escluderei che le nostre comparsate sguaiate sui giornali siano di grande aiuto.

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas

(23 dicembre 2014)