L’operazione Aquila Nera >ferma i neofascisti
Azioni violente e odio razziale. Sul Corriere del Veneto compaiono ulteriori dettagli sugli arrestati dell’inchiesta “Aquila nera”: Romano Garganella, giudice preliminare de L’Aquila che ha autorizzato 11 arresti in carcere e tre a domicilio per un plotone di 44 indagati da nord a sud, parla di “classica strategia della tensione”. Un gruppo eversivo strutturato su due livelli composto da un primo circolo più ampio di simpatizzanti, raccolti principalmente su Facebook e attorno ai post di indottrinamento di Manni, e da un gruppo ristretto di collaboratori. Progettavano “azioni violente e attentati” con le armi che sarebbero dovute arrivare dai Balcani e coltivavano “odio razziale senza freni e vergogne”.
Ordine vecchio. Il novantareenne Rutilio Sermonti, indicato come ideologo del gruppo che progettava di rifondare il partito neofascista Ordine Nuovo (il movimento si chiamava Avanguardia ordinovista, “Ordine vecchio” è il titolo di ieri de il manifesto), è pittore e scrittore, e fratello dello scienziato Giuseppe e del dantista Vittorio. Con le sue teorie rivoluzionarie e i suoi ricordi avrebbe ispirato il progetto terroristico della banda ordinovista, ma descrive Stefano Manni (guida del gruppo) come un millantatore e un chiacchierone. Impressionano però i suoi ricordi e la sua posizione attuale, in cui non compare “neppure un dubbio sul fatto di essersi schierato coi nazisti. Anzi, mostra con orgoglio la croce di ferro della Wehrmacht appesa al muro, vicino a un manifesto di Julius Evola e a una foto in bianco e nero di Pio Filippani-Ronconi (‘Mio grande amico’) con l’uniforme delle Waffen-SS.” (Corriere della Sera)
Non solo teoria. La nuova eversione nera probabilmente aveva già colpito: i carabinieri del Ros stanno indagando sull’attacco avvenuto nel 2012 al tribunale di Chieti, una tragedia per fortuna solo sfiorata visto che due delle tre bombole di gas collegate all’ordigno non sono esplose. E sarebbero opera della banda anche altri quattro attentati incendiari avvenuti in quel periodo tra Pescara e Chieti. (Repubblica)
E facebook non collabora. Come funziona l’organizzazione del terrorismo (e dell’Antiterrorismo) nell’era di Facebook? “Non è un caso che gran parte dell’inchiesta sia stata realizzata attraverso intercettazioni nei pc con l’introduzione di uno “sniffer” che captava chat private (…) E non è un caso che il Ros dei carabinieri si sia imbattuto nel rifiuto di Facebook a collaborare alle indagini quando, nel tentativo di identificare un uomo al quale l’organizzazione intendeva chiedere soldi per raggiungere i propri scopi, la società di Zuckerberg s’è rifiutata di concedere la ‘rogatoria internazionale’ al fine di ‘identificare la persona che ha generato il profilo’”. (Il Fatto quotidiano)
Bufera in Comunità, a Milano. Arriva sulle pagine milanesi del Corriere della Sera la crisi della Comunità ebraica, che entro marzo dovrà tornare alle urne. Il Consiglio della comunità è caduto lunedì sera in seguito alle dimissioni di metà dei consiglieri, arrivate dopo che già a ottobre avevano lasciato il presidente, Walker Meghnagi e l’assessore alle finanze Raffaele Besso. L’autore dell’articolo scrive che “Agli spettatori dell’ultima assemblea è apparso chiaro come la richiesta di tanti di cercare una riconciliazione per proseguire con il governissimo avviato da Meghnagi stridesse con malumori irrisolti, dopo il ribaltone di un anno fa che ha portato il “partito” del presidente, eletto il 12 giugno 2012, dalla maggioranza all’opposizione. Suo resta il merito di aver scoperto l’ammanco di bilancio (quasi 9 milioni di euro) prodotto da un segretario amministrativo infedele.”
In Francia torna Vigipirate. Il sistema di sicurezza antiterrorismo messo in atto dalla Francia in occasione della prima Guerra del Golfo è oggi in stato di “vigilanza rafforzata”, con l’aggiunta di alcune centinaia di militari al contingente di 780 soldati che durante le feste pattugliano i luoghi più affollati del Paese. Gli attacchi hanno fatto un morto e 27 feriti in tre giorni, e torna in mente il video dei tre jihadisti francesi dello Stato islamico, che a fine novembre esortavano i connazionali musulmani a colpire “gli infedeli” in patria. Ora Valls lotta contro la psicosi, anche se solo il primo attacco è per il momento considerato legato al jihadismo: “Con i drammi di Digione e di Nantes constatiamo che certi atti provocano delle reazioni mimetiche – ha detto ieri il premier -. In una società già fragile, individui squilibrati possono passare all’azione, essere influenzati dai messaggi di propaganda o dalla forza delle immagini” mentre il Front National resta convinto che la tesi degli squilibrati non regge e addita gli islamisti. (Corriere della Sera)
A Roma. Sulle pagine del Messaggero un articolo è dedicato alla “superba cucina Kosher al Portico d’Ottavia” e uno alla campagna #bringbackourmarò (riportiamo a casa i marò) lanciata dalla comunità ebraica che ha posto sulla cancellata della sinagoga due gigantografie dei fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.
Ada Treves twitter @atrevesmoked
(24 dicembre 2014)