Ticketless – Da Kiev a Torino
La storia dei Markmann-Jontof a Torino m’è tornata alla memoria quando nei giorni scorsi ho appreso la notizia dell’improvvisa scomparsa di una cara amica degli anni universitari, Erika Hutter. Nata nel 1958, dal 1987 dirigeva la scuola di danza «Bella Hutter», fondata dalla nonna, artista curiosa e anticonformista che portò a Torino la danza libera ispirata a Isadora Duncan. Il nome di Bella Hutter è legato a una delle stagioni più felici della cultura torinese, quella del mecenatismo di Riccardo e Cesarina Gualino e all’amicizia con Felice e Daphne Casorati. Poco note sono le informazioni che riguardano gli arrivi in città di giovani artisti ebrei dalla Russia, prima e dopo il 1917. Soprattutto studenti e studentesse presso la facoltà di Medicina. Un capitolo di storia cittadina di cui poco si conosce e che non credo possa essere comparato con altre città italiane. Nata a Kiev nel 1899 da una famiglia di artisti, i Markmann, Bella si diploma in pianoforte nella sua città. A Odessa, città da dove proveniva la famiglia di Leone Ginzburg – conosce il futuro marito, il viennese Egon Hutter, militare dell’esercito austro-ungarico. Donna colta, antifascista e di grande energia, insegnò fino a ottant’anni. Ho fatto in tempo a conoscerla, apparteneva ad un mondo colto e raffinato che custodiva però al suo interno il dolore dell’esilio. Erika stava in questi giorni organizzando le iniziative per celebrare la memoria della nonna cui era molto affezionata. Figlio di Bella Hutter era Sergio Hutter Jontof, il notissimo e geniale architetto torinese scomparso nel 1999 dopo aver progettato lo Stadio delle Alpi e tante altre opere innovative. Schiva e riservata Erika parlava spesso e volentieri, ma in privato, delle sue radici e dei suoi padri lontani. Era una ragazza dolce e sensibile, ha avuto decine e decine di allievi nella sua scuola di corso Vittorio Emanuele. Lascia un vuoto incolmabile.
Alberto Cavaglion
(24 dicembre 2014)