Il ritorno di al-Qaeda
A volte ritornano. Da mesi sembrava un pericolo minore, oscurato dalla drammatica scesa in campo dell’Isis, lo Stato Islamico. Ora al-Qaeda torna a far parlare di sé e in maniera inquietante si appella ai lupi solitari, “il peggior incubo dell’Occidente”, invitandoli a colpire gli aerei di linea. Su la Stampa, a riportare la notizia Francesca Paci: “Il messaggio apologetico, scoperto dal sito di intelligence Site nello stesso giorno in cui Zakariya Ahmed Ismail Hersi, uno dei leader del gruppo islamista somalo al-Shabaab, si è arreso alla polizia (su di lui pendeva una taglia di 3 milioni di dollari), contiene un manuale aggiornato per la costruzione di una bomba «portatile» e un’esplicita chiamata alle armi: attaccare gli aerei delle compagnie europee e statunitensi, nonché una lista di businessmen americani che le frequentano”.
Assad apre il negoziato ma i dubbi restano. Dopo tre anni, Assad annuncia di voler incontrare a Mosca le fazioni avverse per cercare di arginare la sanguinosa guerra in Siria. Sul Corriere della Sera, le perplessità di Lorenzo Cremonesi: “Pochi giorni fa il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov aveva espresso la speranza che le opposizioni siriane si mettano d’accordo tra loro prima di avviare contatti diretti con Damasco. Il fatto però che Assad ribadisca l’intenzione di privilegiare i negoziati con gll oppositori «addomesticati» rimasti a Damasco, contro quelli che definisce i «terroristi» nella diaspora, sottolinea carenze nei disegni di dialogo”. Cremonesi sottolinea come le difficoltà siano date da due fattori principali: il primo è che i gruppi di guerriglia sono divisi come non mai, il secondo che “le opposizioni pongono a precondizione l’assicurazione che la dittatura di Bashar Assad verrà rimossa, cosa però rifiutata da Damasco di concerto con gli alleati a Mosca e Teheran”.
Manifesti antisemiti a Roma: nuove rivelazioni. La scorsa estate i manifesti affissi nella capitale che inneggiavano a boicottare “ogni tipo di prodotto e commerciante ebraico” avevano indignato la comunità. Oggi il colpevole ha un nome, Maurizio Boccacci, che dopo essere stato interrogato ha confessato. “La sua versione – riporta il Messaggero Roma -però, pare non abbia convinto gli inquirenti e gli uomini della Digos”. “Boccacci – continua l’articolo – è l’ex militante del Fuan oggi leader del gruppo neonazista romano Militia”.
Sollievo in Svezia. Il governo del paese ha evitato la crisi e le elezioni anticipate che avrebbero portato pericolosamente vicino al potere la fazione di estrema destra. Sul Fatto Quotidiano la notizia: “Così ieri, a conclusione di un sottobosco di trattative, con uno strategico rimpasto delle norme per l’approvazione del Bilancio (nodo sul quale la risicata maggioranza era capitolata) e un rocambolesco ‘Accordo di dicembre’ (come è stato definito dal premier) l’Alleanza di centrodestra all’opposizione, ha salvato il governo. Esclusi solo i veri vincitori delle elezioni di settembre, gli estremisti di destra Democratici di Svezia, che ora promettono una ‘mozione di sfiducia’ contro il premier”.
Una mostra per Etty. Fino al 30 dicembre alla Fabbrica del Vapore (via Procaccini 4, Milano) sarà possibile visitare una esposizione itinerante dedicata ad Etty Hillesum, la giovane donna morta ad Auschwitz, la cui memoria è giunta a noi attraverso i suoi diari e le lettere, editi in Italia da Adelphi. ” Etty è tornata tra noi e non andrà più via. Grazie ai suoi pensieri che, come lei stessa si augurava, colpiscono come un martello e volano alto facendo a pezzi luoghi comuni e miserie umane” ricorda Chiara Vanzetto sull’edizione milanese del Corriere della Sera.
Tutti contro Mosè. Marocco ed Egitto hanno proibito la proiezione nelle sale del kolossal di Ridley Scott “Exodus”, dedicato a Mosè e alla liberazione del popolo ebraico. Sul Corriere della Sera Francesco Battistini riporta le parole del ministro della Cultura egiziano Gaber Afour: “Una rappresentazione sbagliata. Dà una visione sionista di Mosè e contraddice la verità storica: mostra gli ebrei che costruiscono le piramidi, quando tutti sanno che furono terminate almeno mille anni prima dell’Esodo. Per non dire del Mar Rosso: la divisione della acque viene fatta passare per un fenomeno naturale, non per un prodigio. Questo è inaccettabile”.
L’avvenire dell’Italia. Su Avvenire un’intervista al ministro degli Esteri Paolo Gentiloni nella quale dichiara il pericolo del terrorismo in Italia: “La minaccia è reale e la guardia è sempre alta. Sappiamo che ci sono decine di giovani italiani coinvolti dai terroristi dell’Is. E sappiamo che c’è un fenomeno di ritorno di questi combattenti verso l’Europa e l’Italia. Il rischio riguarda anche noi”. Gentiloni lancia poi un monito: “Chi spinge gli italiani a pensare che i barconi che approdano sulle nostre coste siano pieni di terroristi fa violenza alla realtà e crea un enorme danno culturale”.
Goodbye Putin? Sul Corriere della Sera la previsione del 2015 del filosofo Bernard-Henri Lévy che disegna lo scenario del nuovo anno a partire dal declino del premier russo Vladimir Putin e la risalita dell’Ucraina. Sul tema dell’antisemitismo del paese aggiunge: “Che l’odio per il nome ebreo sia stato una delle piaghe dell’Ucraina, una macchia sulla sua memoria, la sua vergogna, non è un segreto per nessuno. Pochi sanno, invece, che nel lungo processo di disattivazione del virus cominciato con la lotta comune contro il totalitarismo staliniano, l’evento 2014 ha avuto un ruolo decisivo. Ebrei con la kippah sulla piazza Maidan al fianco di nazionalisti ucraini o di cosacchi con il colbacco… Solidarietà delle due memorie di Holodomor e di Babi Yar, del massacro di massa per fame e della Shoah per fucilazione”.
I semi del futuro. Sull’Osservatore romano l’articolo di Abraham Skorka, rettore del Seminario rabbinico latinoamericano di Buenos Aires nonché amico fidato di papa Bergoglio, pubblicato dalla Naciòn. Skorka riflette sul testo di Joseph Ratzinger “Gesù di Nazaret” e sulle conversazioni fatte con papa Bergoglio: “Gesù, come i rabbini del suo tempo, insegnava l’importanza di vivere gettando semi attraverso le azioni che si compiono, semi che germoglieranno pienamente nel mondo a venire, in contrapposizione con un’esistenza che considera solo i bisogni di un mondo del presente”.
Gutgeld a tutto tondo. La Repubblica intervista il deputato del Pd e consigliere economico del premier Matteo Renzi, Yoram Gutgeld, a partire del criticato Jobs Act: “Si può dire quel che si vuole ma abbiamo fatto qualcosa di dirompente: contratti moderni e uno scarto fra costo del lavoro per l’azienda e salario in busta paga che scende al 70%. Un’enorme agevolazione fiscale al lavoro”.
Le fiabe di Primo. Sul Messaggero Filippo La Porta recensice “Ranocchi sulla luna e altri animali” di Primo Levi (ed. Einaudi) definendolo “Uno dei libri più belli e involontariamente poetici usciti in questa stagione”, una raccolta che esprime la fascinazione provata da Levi per la natura e il mondo animale.
GRA. Sul Messaggero la recensione di “Grande romanzo americano” di Philip Roth approdato nuovamente in Italia grazie ad Einaudi. Roberto Bertinetti ricorda le parole di Roth in merito all’opera che a partire dal baseball incastra miti e disillusioni d’America: “Questo è il libro che mi sono più divertito a scrivere in tutta la mia carriera”.
Alberto Defez. Sul Mattino, un pensiero per la scomparsa di Alberto Defez “storico riferimento della facoltà di Architettura ed esponente di spicco della Comunità ebraica di Napoli”. Dopo essere stato colpito dalle leggi razziste partecipò alle Quattro Giornate, battendosi contro l’occupazione. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato un messaggio in sua memoria rievocando “L’affetto, l’amicizia e il comune impegno democratico”.
Auguri di Natale amari. Su Avvenire una lettrice condanna le parole di Abu Mazen dedicate ai cristiani durante la festività del Natale: “Mi conforta il fatto che il presidente dell’Anp condanni lo sradicamento delle comunità cristiane siriane e irachene perpetrato dai vari gruppi terroristici con crimini infami. Apprezzo assai meno che questo uomo politico colga l’occasione in funzione antisraeliana”. A rispondere il direttore della testata: “Quanto ai modi per accattivarsi la «simpatia dei cristiani» – in terra israeliana così come in terra palestinese e in ogni dove – c’è un solo modo: rinunciare a progetti d’odio e di distruzione e lavorare per far cadere ogni muro, perché uomini e donne, famiglie e comunità possano vivere nella pace, nella libertà e nella giustizia”.
Rachel Silvera twitter @rsilveramoked
(28 dicembre 2014)