Nugae – Un milione
È difficile stabilire se l’altro giorno in treno fosse più insopportabile il capriccio isterico o la musichetta di carillon a ripetizione, fatto sta che la mia purtroppo consueta intolleranza nei confronti degli individui, come dire, non adulti ha raggiunto vette molto alte. Chiarimento: nulla in contrario ai graziosi quadretti famigliari, per carità, ma bisogna accettare che i bambini possano non suscitare in tutti lo stesso guizzo di tenerezza da esprimere con voce acuta. In ogni caso, dopo questo antefatto ci voleva proprio qualcosa che dimostrasse che anch’io ho un cuore. Una campagna di raccolta fondi per la ricerca sulla glicogenosi, una rara malattia genetica, iniziata due anni fa da un ragazzino di sei anni per aiutare il suo migliore amico ha raggiunto la quota prefissa di un milione di dollari. Un fenomeno questo Dylan Siegel, oggi ottenne di Los Angeles, che quando ha saputo che al suo amichetto Jonah avevano diagnosticato questa sciagura in una forma da cui sono affetti talmente pochi al mondo che non si faceva nemmeno più ricerca, ha detto ai suoi genitori che voleva raccogliere dei soldi. E invece di farsi un banchetto di limonate come suggerito da sua mamma e dai fumetti, ha affermato di voler scrivere un libro. Così, con tutta la maestria di studente di prima elementare, il giorno dopo si è presentato con il prodotto finito chiedendo giustamente al papà di farne delle copie. Il titolo dell’opera è “Chocolate Bar”, e le quattordici pagine riccamente illustrate sono incentrate sulla figura della barretta al cioccolato intesa come metafora e nella versione originale inglese si può dire proprio come sinonimo di ‘bellissimo’, secondo la classica equazione cioccolato uguale felicità (sic “I like to go to Disney Land. That is so Chocolate Bar.”). La prima ristampa di questa rassegna di joie de vivre è stata di 200 copie ed è andata a ruba con autografo dell’autore al Mizvah Day della sua sinagoga. Poi pian piano è diventato un caso editoriale e l’obiettivo da un milione di dollari è stato raggiunto senza nemmeno troppa fatica. In gran parte perché Dylan e Jonah sono due bimbetti adorabili che si vogliono un gran bene. “Mi piace aiutare il mio amico, è la barretta al cioccolato più grande”, si conclude il libro. “Non pensare a quello che vuoi fare, fallo e basta, e se ti serve aiuto chiedi ai tuoi genitori, e tutto può succedere”, consiglia Dylan. Più maturo di un adulto vero, una gioia per una che l’anno scorso cercava di placare la cuginetta di un anno cercando di risolvere razionalmente il suo disagio attraverso il dialogo anziché col pianto. Affermerei con tranquillità che è una barretta al cioccolato, se solo non fossi tragicamente allergica.
Francesca Matalon
(28 dicembre 2014)