Israele, allo studio la riforma dell’esercito
Il passaggio dal servizio militare obbligatorio all’esercito di professionisti su base volontaria sarebbe al centro di un piano di riforma discusso all’interno del Ministero della Difesa israeliano. L’indiscrezione è del quotidiano Haaretz ed è rilanciata anche dai media italiani. “Israele: cade il tabù. Esercito di professionisti?”, titola tra gli altri il Corriere della sera. L’adeguamento “agli standard occidentali” indicato dai fautori del cambiamento potrebbe però compiersi in un arco temporale relativamente esteso, sottolineano alcuni addetti ai lavori.
Bloccato in extremis da Hamas il passaggio di confine per 37 bambini della Striscia di Gaza, tutti orfani di guerra, invitati da un movimento di sinistra che fa riferimento alla realtà dei kibbutzim e da alcuni esponenti politici arabi a trascorrere una settimana di vacanza sul territorio israeliano e in Cisgiordania con l’obiettivo di accendere “una candela di speranza” dopo il drammatico conflitto della scorsa estate. La decisione del gruppo terrorista, dopo un primo assenso, è da interpretare con la volontà di non sviluppare una politica di “normalizzazione” con lo Stato di Israele (la Stampa).
In Siria sale intanto a circa 2mila unità il numero di vittime dei criminali dell’Isis negli ultimi sei mesi. A riferirlo, riporta in una breve la Stampa, è l’Osservatorio siriano dei diritti umani (Osdh). Le vittime sono state uccise “a colpi d’arma da fuoco, decapitate o lapidate”.
Indagine della Procura della Repubblica sul welfare integrativo della Comunità ebraica di Milano. L’ipotesi di reato, riporta il Corriere, è “dichiarazione infedele” per 2 milioni di euro relativa al 2009. La Comunità si difende affermando che le attività proposte al suo interno “non sono qualificabili come commerciali” e “non sono in alcun modo generatrici di reddito”. E talmente esse “non hanno alcun intento lucrativo” che “strutturalmente si risolvono in cospicue perdite” metabolizzate solo perché, si legge sul Corriere, “la Comunità si propone proprio come sistema integrativo del welfare pubblico”.
In occasione del restauro della cupola del Plebiscito, a sessanta metri da terra e in un luogo difficilmente accessibile, nuove suggestioni sembrano affiorare dalle scritte e dalle incisioni rinvenute da un team di esperti. Tra le molte testimonianze avvolte dal mistero il nome Hanna (“inciso da una mano incerta”, scrive il Mattino di Napoli) che potrebbe fare riferimento in qualche modo al mondo ebraico.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(29 dicembre 2014)