Gerusalemme, capitale bioetica

“Come sapete, l’etica medica è parte integrante del lavoro del medico; infatti, costituisce un fondamento della medicina moderna. La cooperazione internazionale in materia di etica medica è di vitale importanza” spiegava il dottor Zeev Feldman, direttore dell’Israeli Medical Association World Fellowship. Per questo in Israele, a Gerusalemme, si tiene il decimo Congresso Mondiale di Bioetica, etica e di diritto della sanità (6-8 gennaio 2015).
Un momento, organizzato dall’Unesco in cui medici, operatori sanitari, ricercatori si incontrano per discutere insieme di temi di bioetica, confrontarsi sulle proprie posizioni, valutare le diverse legislazioni. Dall’Italia, parteciperanno grazie a borse di studio dell’Associazione medica ebraica (Ame), la giornalista scientifica Daniela Ovadia e il maskil e gastroenterologo Cesare Efrati.
“A loro il compito di portare in Italia e divulgare tra i colleghi quanto appreso a Gerusalemme”, afferma il presidente dell’Ame Giorgio Mortara. Dal Brasile all’Australia, dal Sud Africa alla Russia, sono decine i paesi che partecipano ormai da dieci anni all’incontro, promosso dalle maggiori istituzioni sanitarie mondiali così come israeliane. Tanti gli argomenti sul tavolo dei diversi focus group con bioetica e etica medica agganciate a diverse tematiche: le norme statuali, la religione, la filosofia, l’ambiente, la tecnologia. Tra gli obiettivi, la sensibilizzazione interna al mondo medico così come dell’intera società rispetto all’importanza del rispetto dei principi di etica medica. “La storia della medicina ha conosciuto giorni bui di violazioni evidenti dell’etica medica – scrive Feldman – Dopo la seconda guerra mondiale è stato istituita la World Medical Association (WMA), che riunisce le associazioni mediche di tutto il mondo, con la consapevolezza che è necessario stabilire e determinare in modo chiaro degli standard etici. Nel 1947 la WMA aveva già formulato la Dichiarazione di Ginevra sull’etica medica e nel 1962 è stata adottata la Dichiarazione di Helsinki sui principi etici per la ricerca medica sui soggetti umani”. Quest’ultima lega moralmente ogni medico e oltrepassa qualsiasi disposizione legislativa o regolamento nazionale o locale, se la dichiarazione prevede un maggior livello di protezione delle persone rispetto al secondo. La Dichiarazione di Ginevra impegna il medico con le parole “La salute del mio paziente sarà la mia preoccupazione principale” e il Codice Internazionale di Etica Medica dichiara che “un medico dovrà agire solo nell’interesse del paziente quando fornisca una cura medica che possa avere l’effetto di indebolire lo stato fisico e mentale del paziente”.
Su questi fondamenti etico-normativi l’Associazione medica israeliana (IMA) ha lavorato duramente nel corso degli anni, sottolinea Feldman per sviluppare e aggiornare il nostro codice etico”.
Quest’ultimo è in attesa dell’ultima approvazione da parte dell’Assemblea generale dell’Ima ed è la testimonianza della volontà e dell’impegno per rimare all’avanguardia nel settore.
(Pagine Ebraiche gennaio 2015)