Bale, provocazione shock: “Mosè era un terrorista”

rassegna“Mosè era un vero combattente per la libertà, ma allo stesso tempo era un terrorista che diceva di non essere responsabile delle sue azioni, che erano la volontà di Dio. Ma se c’era una persona responsabile sulla terra questi era lui”. Lo afferma Christian Bale, Mosè nell’ultimo film di Ridley Scott, Exodus, nelle sale italiane dal 15 gennaio (Il Mattino). Al giornalista che gli chiede lumi sul termine “terrorista” Bale risponde con sconcertante superficialità: “Mosè non è un uomo capace di controllarsi, è un uomo agli estremi e mercuriale, è violento ma è anche un pacifista, è una contraddizione continua”.

Non desiste dal suo intento e anzi rilancia il presidente palestinese Abu Mazen, attivatosi in questi giorni per “portare Netanyahu alla Corte dell’Aia”. Una decisione che ha immediatamente spinto il governo di Gerusalemme a bloccare l’erogazione di alcuni fondi (e lo stesso potrebbero fare, presto, anche gli Stati Uniti). Maurizio Molinari, sulla Stampa, prende in mano la questione e analizza i possibili scenari futuri.

A Roma sesta edizione di Memorie d’inciampo, manifestazione curata da Adachiara Zevi con il patronato del presidente della Repubblica e il patrocinio della presidenza del Consiglio, dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e della Comunità ebraica di Roma. Le stolpersteine, ricorda il Messaggero, verranno apposte a partire da mercoledì mattina con la partecipazione dell’artista Gunter Demnig.

Protagonista del concerto in programma all’Auditorium Parco della Musica di Roma alla vigilia del Giorno della Memoria, la musicista Francesca Dego, 25 anni, è oggi intervistata dal Secolo XIX. “Durante la Seconda Guerra Mondiale, ben 47 componenti della famiglia della musicista sono stati vittime delle persecuzioni antisemite. Per questo – si legge – la sua partecipazione al Giorno della Memoria ha un particolare valore: la sua musica diventa una testimonianza”.

Si è spenta Elena Bentivegna, figlia di Carla Capponi e Rosario Bentivegna, i partigiani che hanno legato il loro nome all’attentato di via Rasella. Scrive Paolo Brogi (Corriere): “Elena aveva 69 anni ed era malata da tempo. Da ottobre era stata ricoverata prima a Tor Vergata e poi all’Ini di Grottaferrata. Poco prima, in settembre, era riuscita a disperdere le ceneri dei suoi genitori nel Tevere, al termine di una lunga e dolorosa vicenda del mancato accoglimento nel cimitero acattolico di Testaccio”. La Comunità ebraica romana pianterà alcuni alberi alla sua memoria in Israele.

Sul dorso milanese del Corriere si illustrano invece i nuovi progetti per il Giardino dei Giusti. Un anfiteatro, un luogo della Meditazione, uno delle Macerie, un percorso guidato, uno speciale progetto di illuminazione “che lo renda vivibile giorno e notte”. Spiega Gabriele Nissim, presidente di Gariwo: “Ricordare i Giusti significa insegnare il valore più alto dell’umanità scritto nei comandamenti: non uccidere e impedire i genocidi e la violenza contro gli uomini”.

In occasione della Giornata Mondiale dei Rifugiati Ebrei dai Paesi Arabi nuova rappresentazione, al Teatro Argentina, dello spettacolo “I Love Libya” scritto e interpretato da David Gerbi. “Uno spettacolo che racconta la storia di sofferenza, ingiustizia e persecuzione individuale e collettiva trasformata con il tempo, l’impegno e con la fede in una storia di guarigione, liberazione e successo individuale e collettivo” sottolinea il regista (Corriere Roma).

Fa orrore la notizia che in Francia il sindaco di destra di una cittadina alla periferia di Parigi si sia rifiutato di far seppellire una bambina rom (morta a due mesi dalla nascita). “Rifiutare la sepoltura a un bambino a causa della sua origine: un insulto alla sua memoria, un insulto a quello che è la Francia”, commenta il primo ministro Manuel Valls (La Stampa).

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(5 gennaio 2015)