…Memoria

Cresce il numero delle pietre d’inciampo nelle città italiane, questa straordinario monumento diffuso creato dall’architetto tedesco Gunter Demnig e per l’Italia diretto da un comitato coordinato da Adachiara Zevi. L’attenzione dei passanti vi si arresta, sarebbe proprio il caso di dire vi inciampa. Ho visto persone che non sapevano cosa fossero fermarsi, leggerle con attenzione silenziosa, meditare attente. Fra quelle di questa edizione del 2015, che a Roma si terrà dopodomani 7 gennaio, quelle per gli undici membri della famiglia Sabatello, vittime della razzia del 16 ottobre a via Portico d’Ottavia 9. Da quella casa furono in tutte deportate quel giorno 35 persone.
Ma vorrei anche ricordare, dal momento che le pietre d’inciampo non commemorano solo gli ebrei ma tutti i deportati, anche quella che sarà apposta dopodomani davanti alla casa di via Buonarroti 29 in memoria di Paolo Petrucci, un giovane professore di lettere, partigiano, assassinato alle Fosse Ardeatine. A commissionarla Vera Michelin Salomon che fu arrestata insieme con Petrucci ed altri antifascisti nella stessa casa (erano chiamati i ragazzi di via Buonarroti) e poi deportata in Germania, già presidente della sezione romana dell’ANED. Altri pezzi di una memoria che, anche grazie alle pietre d’inciampo, sta tornando ad essere memoria comune di ebrei e non ebrei.

Anna Foa, storica

(5 gennaio 2015)