2015, i suggerimenti del rav Sacks
Dieci suggerimenti per il 2015. Suggerimenti fortemente intrisi di valori etici, spirituali e religiosi perché le grandi religioni, viene spiegato, “sono il nostro più importante tesoro sapienzale”. A proporli il rav Jonathan Sacks, ex rabbino capo di Gran Bretagna e del Commonwealth e tra le voci più autorevoli dell’ebraismo mondiale.
Ringrazia. Una volta al giorno prenditi del tempo per ringraziare per quello che hai e non avere la smania di ottenere quello che non hai. È un tassello per raggiungere la felicità: gran parte di noi ha infatti tutti gli ingredienti per arrivare a questo risultato, solo che tendiamo a darli per scontati concentrandoci maggiormente sui desideri non realizzati. Ringraziate, piuttosto che fare shopping. È anche più economico.
Loda. Quando qualcuno fa qualcosa di giusto, faglielo notare. La maggior parte delle persone, la maggior parte del tempo, è scarsamente apprezzata. Ricevere un segnale, una parola di gratitudine, un complimento, è una delle esperienze più belle che possano esserci. Non aspettare che qualcuno lo faccia per te, fallo per qualcun altro. Renderai la sua giornata speciale e questo aiuterà a rendere speciale anche la tua.
Trascorri del tempo con la famiglia. Fai in modo che ci sia almeno un momento, nella settimana, in cui poter condividere una cena senza distrazioni esterne – televisione, cellulare, e-mail. Tutti insieme, contenti della compagnia l’uno dell’altro. I matrimoni felici e le famiglie sane hanno bisogno di momenti come questo.
Dai un senso alle cose. Prenditi del tempo, una volta ogni tanto, per farti le seguenti domande: “Perché sono qua? Quali risultati spero di ottenere? Come posso utilizzare al meglio le mie qualità? Cosa mi auguro che si dica di me quando non sarò più qua?”. Dare un senso alle cose è essenziale per una vita piena. E come trovarlo se non si guarda mai? Se non sai dove vuoi essere, non ci arriverai mai.
Vivi i tuoi valori. La maggior parte di noi crede in valori importanti, ma agiamo nel loro solco solo sporadicamente. La cosa migliore da fare è stabilire alcune pratiche che ci permettano di correggere il tiro. Le religioni li chiamano “rituali”.
Perdona. La vita è troppo breve per portare rancore o cercare vendetta. Perdonare qualcuno è positivo sia per chi è perdonato sia per chi perdona.
Non smettere di imparare. Ho imparato questo dalla signora Florence, in occasione del suo 105esimo compleanno. Era così piena di energia e divertimento. “Qual è il tuo segreto?” le ho chiesto. “Non aver paura di imparare sempre qualcosa di nuovo”. La sintesi è che se hai questo spirito puoi avere 105 anni ed essere ancora giovane. Al tempo stesso puoi averne 25 ed essere già vecchio.
Impara ad ascoltare. Spesso, in una conversazione, trascorriamo metà del nostro tempo pensando a cosa vogliamo dire dopo piuttosto che a prestare attenzione a quello che il nostro interlocutore ci sta dicendo. La capacità di ascolto è uno dei più grandi doni che possiamo dare agli altri. Significa che siamo aperti al confronto, che prendiamo seriamente quello che ci viene detto e che accettiamo di buon grado il dono della parola che è stato dato al nostro interlocutore.
Lascia uno spazio al silenzio. Liberati, fosse anche solo per cinque minuti al giorno, dalla tirannia tecnologica, del cellulare, del computer. E respira l’aria inebriante della vita, la gioia di esistere.
Trasforma il dolore. Le più straordinarie persone che conosca – persone sopravvissute a traumi molto forti, dai quali sono usciti rafforzati – non si sono chieste “Chi mi ha fatto questo?” ma piuttosto: “In questa nuova situazione, cosa posso fare che non ho mai tentato prima?”. Si sono rifiutate di diventare vittime delle circostanze. E sono diventate ambasciatrici di speranza.
Jonathan Sacks, rabbino
(traduzione di Adam Smulevich)
(6 gennaio 2015)