In piazza per la libertà di espressione
Per i valori fondamentali, per la democrazia, per la libertà di satira e di espressione. Centinaia di giornalisti raccolti ieri a Piazza Farnese, davanti all’ambasciata di Francia, per la fiaccolata organizzata dalla Federazione Nazionale Stampa Italiana con il sostegno di numerose realtà editoriali, istituzionali e associative.
Tra le prime adesioni quella della redazione giornalista dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, come riportato con evidenza da molte testate (tra cui Corriere della sera e Repubblica).
“Il terrorismo è negazione della vita e non ha aggettivi, va combattuto senza aggettivi né giustificazionismi, né cercando di criminalizzare altri in ragione di categorie di appartenenza, per fede, politica o religiosa, per condizione sociale o etnica” afferma il segretario generale della Federazione Franco Siddi. E prosegue: “Le spietate esecuzioni contro i colleghi di Charlie Hebdo, contro uomini della sicurezza e lavoratori, ‘innocenti’ in una parola, sono un dolore enorme per tutte le persone del mondo che vivono e credono nella libertà. È un atto terroristico orrendo di fronte al quale leviamo la nostra indignazione, la nostra voce di libertà che accendiamo ancora di più”.
C’è chi canta la Marsigliese, chi veste le magliette ‘Je suis Charlie’, chi come Mimosa Martini – inviata di guerra sui fronti più caldi del Medio Oriente e del mondo arabo – si è portata appresso una matita gigante con scritto “Questa è la mia arma”.
Prende la parola anche l’ambasciatrice di Francia a Roma, Catherine Colonna, scesa in piazza assieme al corpo diplomatico di Palazzo Farnese. “Siamo qui in questo giorno triste – dice – determinati in difesa della libertà di espressione. Ringrazio il popolo italiano per la solidarietà”.
A Torino piazza Castello era vuota in maniera quasi innaturale fino a pochi minuti prima delle sei, quando invece centinaia di persone hanno preso a confluire di fronte a Palazzo Madama. Candele, torce improvvisate, centinaia di cartelli neri con l’ormai onnipresente scritta Je suis Charlie e una sola, singola, svettante bandiera francese. La comunità di cittadini francesi a Torino è molto numerosa, così come numerosi erano i suoi rappresentanti che hanno deciso di essere presenti alla manifestazione. Il sindaco, Piero Fassino, con il gonfalone del Comune, Sergio Chiamparino, presidente della Regione, numerosi rappresentanti di vari schieramenti politici hanno silenziosamente manifestato insieme a migliaia di persone che hanno tenuto alzate matite, penne, riproduzioni delle vignette contestate, mentre un gruppo di giornalisti mostrava orgogliosamente il tesserino rosso, spesso accompagnato dalle matite che aveva portato in piazza l’associazione Stampa Subalpina, che aveva diffuso in giornata un comunicato di adesione alla manifestazione spontanea. E in Piazza Castello erano presenti anche il direttore della Stampa, Mario Calabresi, e il presidente dell’Ordine dei giornalisti del Piemonte, Alberto Sinigaglia.
In mezzo alla folla era evidente la presenza di un folto gruppo di musulmani che hanno voluto partecipare onorando così le parole del presidente dell’Associazione Islamica delle Alpi, creata a Torino nel ’98 “per creare un ponte tra la comunità musulmana di Torino e gli Italiani”. Mohamed El Bahi aveva infatti scritto che: “Ogni violenza, a maggior ragione quando commessa in nome di Dio il Misericordioso, costituisce un tradimento ed un attentato alla nostra religione, ai nostri valori ed ai nostri principi islamici. Di fronte al vile massacro perpetrato ai danni dei giornalisti del settimanale francese Charlie Hebdo, l’Associazione Islamica delle Alpi esprime la sua assoluta condanna a questo orrendo attentato ed esprime le sue più sincere condoglianze e la sua vicinanza alle famiglie delle vittime e alla Francia intera”.
(9 gennaio 2015)