Mosè…

Mosè, appena diventato grande, va a vedere “l’oppressione dei suoi fratelli”. Rashi spiega: “Mise gli occhi ed il cuore per soffrire come loro”. La prima grandezza di Mosè è dunque quella di essere capace di identificarsi con l’altro che soffre – chiunque esso sia, non solamente fratello – come dimostra il successivo episodio in cui interviene per salvare le figlie del sacerdote di Midian. Da lui abbiamo imparato a dire in questi giorni “Je suis Charlie”. Amaro constatare che pochi dei difensori della libera satira abbiano avuto la capacità di dire “Je suis Juif”.

Benedetto Carucci Viterbi, rabbino

(11 gennaio 2015)