Qualcosa si muove

Qualcosa si muove. È un fiume interminabile di cittadini in marcia. La gente riafferma i valori della società civile e della convivenza.
Qualcosa si muove. Per un giorno la bandiera di Israele sventola libera e rispettata fra la folla, non è più, come alcuni avrebbero preferito, il marchio di una fazione, ma il vessillo chiaro a tutti di una irrinunciabile civiltà.
Qualcosa si muove, i signori della terra sfilano fra la gente e proclamano i valori della libertà di stampa e di satira. Forse un abbaglio, forse un segno di speranza per milioni di cittadini sottomessi a tanti dispotismi.
Qualcosa si muove, ora tutti sembrano sapere che il terrorismo islamico minaccia l’intera società, non solo per la minoranza ebraica. Ma era necessario attendere i tragici fatti di Parigi per rendersene conto?
Qualcosa si muove, un giovane padre porta in salvo la sua compagna e il figlioletto neonato ostaggi nel negozio di alimentari del massacro, guarda un’agente, alza il pollice verso il cielo, e con un gesto riesce a dire quello che tutti noi vorremmo dire ogni giorno alle Forze dell’ordine: “Grazie per il vostro coraggio”.
Qualcosa si muove. Il gran rabbino di Francia Haim Korsia spiega ai Capi di stato e ai cittadini che tutti i valori posti alla base dell’Europa civile, Liberté, Egalité, Fraternité, sono irrinunciabili per gli ebrei, e che gli ebrei, con il loro esempio e la loro storia, sono essenziali per riempire di significato concreto quello che altrimenti si ridurrebbe a uno slogan. Poi aggiunge che il nostro compito di ebrei è quello di riaffermare, dando il buon esempio, il valore più minacciato e meno compiuto: quello della Fraternità. Molte speranze dell’11 gennaio saranno forse tradite, molte battaglie ci attendono ancora. Ma noi, ricordiamoci di fare con impegno la nostra parte!
Qualcosa si muove. La rivista dei Gesuiti francesi ora pubblica le vignette sacrileghe di Charlie Hebdo. Occhio ai Gesuiti, se cambia l’aria lo sentono. E preferiscono giocare d’anticipo.
Qualcosa si muove. Ore febbrili di lavoro per i colleghi superstiti nella redazione di Charlie Hebdo. Una disperata corsa contro il tempo per realizzare il giornale che qualcuno credeva di poter cancellare. Il nuovo numero entra in tipografia questa notte, ore e ore di rotative roventi fino a superare il milione di copie, la tiratura record che nessun giornale satirico ha mai raggiunto. Il nostro cuore batte con quello dei colleghi, ma anche con quello degli operai poligrafici, dei trasportatori dei distributori, delle forze di sicurezza che durante la notte, ognuno facendo la propria parte, raccoglieranno la sfida lanciata dalla bestialità del terrorismo islamico.
Mercoledì mattina, prima del sorgere del sole, sarà per primo un edicolante, in una città ancora addormentata e avvolta dal buio, ad alzare una bandiera di carta e inchiostro. A suonare la sveglia alla libertà.

gv