Golden Globes, il trionfo di Levi
Lui, lei, gli altri. Il triangolo no, non l’avevo considerato. Peccato che in The Affair, l’ultima fatica ideata da Hagai Levi e Sarah Treem e vincitrice sorprendente dei patinati Golden Globes di domenica scorsa, i protagonisti siano quattro: Noah Solloway, scrittore sposato con Helen che intreccia una relazione extraconiugale con Alison una cameriera unita dal sacro vincolo con Cole che ha appena perso un figlio. L’interpretazione di Ruth Wilson (che interpreta Alison) ha strappato un secondo Golden Globe, teletrasportando il progetto nel paradiso delle serie tv benedette dalla critica. Per non parlare poi della carriera sfavillante del suo ideatore: toc toc, quel Hagai non vi fa venire in mente nulla? Nato mezzo secolo fa a Sha’alvim, Levi è lo sceneggiatore e produttore televisivo di origine italiana che si cela dietro al clamoroso successo del telefilm Be Tipul, la storia di uno psicanalista (interpretato dal compianto Assi Dayan) e dei suoi inquieti pazienti. Il format è stato venduto in decine di paesi (da menzionare la versione americana In Treatment e quella italiana interpretata da Sergio Castellitto e Valeria Golino) ed insieme a Hatufim (ideato da Gideon Raff e dal quale è stato tratto Homeland) ha fatto conquistare di diritto a Israele un posto nella top five dei paesi che sfornano drama a puntate di qualità. La sua partner in crime per The affair, Sarah Treem, ancora non ci crede e su Twitter ha pubblicato una foto in diretta dai Globes con su scritto “Ciao mamma”, come un fan incredulo intrufolatosi nel backstage di Bruce Springsteen. Unica nota stonata della serata? Viviane, il lungometraggio del binomio degli israeliani Ronit e Shlomi Elkabetz, candidato come miglior film straniero, è rimasto a bocca asciutta superato dal russo Leviathan. Ma Ronit non si è certo buttata giù: “Mi sono goduta l’esperienza e soprattutto il red carpet”.
rs