Qui New York – Anp a processo per terrorismo
Si è aperto ieri a New York il processo Sokolov vs Olp: il giudice George Daniels e i dodici membri della giuria decideranno se l’Autorità nazionale palestinese e l’Organizzazione per la liberazione della Palestina dovranno risarcire le vittime di attacchi terroristici compiuti in Israele tra il 2001 e il 2004. L’Anp e l’Olp hanno finanziato con denaro, armi e supporto logistico questi attentati, ha dichiarato nella sua arringa d’apertura l’avvocato Kent Yalowitz, rappresentante legale delle vittime americane degli attacchi che, nel corso della Seconda Intifada, uccisero 33 persone, ferendone oltre 450. “Le prove dimostreranno che l’uccisione di civili era una procedura standard seguita da Olp e Anp”, ha dichiarato Yalowitz, sottolineando che “questo caso riguarda le conseguenze di aver ucciso e mutilato persone innocenti per obiettivi politici”. Il fine delle stragi, sottolineano i famigliari delle vittime, era “terrorizzate, intimidire e costringere la popolazione civile di Israele ad avvallare le richieste e gli obiettivi politici dei convenuti (Onp e Anp)” e influenzare la politica degli Stati Uniti e del governo israeliano rispetto a questi obiettivi. Secondo la difesa, che ha contestato la giurisdizione del tribunale Usa (rivendicata in virtù del fatto che le vittime rappresentante al processo hanno cittadinanza americana), gli attacchi terroristici non sono riconducibili all’Onp e all’Anp. Ci vorranno almeno tre mesi, ha spiegato il giudice Daniels, per arrivare al verdetto, con la richiesta di risarcimento da parte delle vittime e dei loro famigliari che ammonta a un miliardo di dollari.
Secondo l’avvocato Yalowitz, l’Autorità nazionale palestinese – guidata dal presidente Mahmoud Abbas – ha di fatto appoggiato gli attacchi terroristici continuando a tenere a libro paga gli autori delle stragi, nonostante ci fossero i verdetti della giustizia israeliana a dimostrarne la responsabilità. “Questi atti accadono. Sono azioni orrende, da condannare, sbagliate” ha affermato ieri nel corso del processo Mark Rochon, avvocato che rappresenta Olp e Anp. Per Rochon però le responsabilità di questi fatti non sono riconducibili ai suoi assistiti ma sono azioni di singoli, che hanno agito da soli nelle fila di Hamas e altri gruppi islamisti di Gaza.
Nel corso del processo verranno ascoltate diverse vittime così come testimoni degli attacchi terroristi in questione. Tra loro, Mark Sokolow, ferito al volto e alla gamba nell’esplosione di una bomba a Gerusalemme nel gennaio del 2002. Sokolow, assieme alla moglie e alla figlia, rimaste ferite nell’attentato, erano ieri presenti all’apertura del processo, apertosi dopo undici anni di battaglie legali. E hanno ascoltato la prima testimonianza, quella di Meshulam Pearlman, come racconta Bloomberg in un resoconto sul caso, sull’attentato avvenuto il 29 gennaio 2004. Alle 9 del mattino un terrorista palestinese si fa saltare in aria mentre viaggia su un autobus di linea a Gerusalemme. Moriranno undici persone (tra loro Stuart Goldberg, i cui famigliari sono rappresentati dall’avvocato Yalowitz), cinquanta i feriti, tredici dei quali in modo grave. Una scena rimasta negli occhi di Pearlman, fiorista che al momento dell’esplosione stava allestendo il suo negozio su Gaza street. Il tetto dell’autobus divelto, i finestrini polverizzati, “peggio di una scena di guerra”, la dichiarazione di Pearlman.
Daniel Reichel
(14 gennaio 2014)