Qui Roma – Insegnare il valore della preghiera
“La semplicità e il valore della preghiera come slancio universale dell’animo umano”. Questo il punto di partenza che ha ispirato gli Asili Israelitici “Rav Elio Toaff” di Roma a ideare, sviluppare e produrre, grazie al supporto dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, “Il mondo delle Tefillot” (ed. Sovera), il libro di preghiera a misura di bambino (ma non solo) presentato ieri nel salone principale della scuola.
“Quando i piccoli frequentano gli asili ebraici devono ricevere insegnamenti di lingua ebraica, Torah. storia, Dinim e Tefillah; un carico di lavoro da affrontare complesso ma inevitabile – spiega la direttrice della scuola Judith Di Porto – Soprattutto la Tefillah è un concetto difficile da veicolare: l’insegnante si ritrova a dover far diventare qualcosa di astratto più concreto. Bisogna far in modo che il bambino abbia nel proprio cuore D-o. Per questo trovo che il libro che presentiamo oggi abbia un valore notevole; è uno strumento in più che arriva in ausilio ed anche una risorsa per chi purtroppo non frequenta la scuola ebraica”.
Ma come si rende concreto il messaggio della preghiera? “Il mondo delle Tefillot” si compone di disegni, foto dei piccoli alunni, interpretazioni coloratissime ed è arricchito nella parte centrale dai commenti sulle benedizioni che si pronunciano durante l’Amidà realizzate dal Direttore per le materie ebraiche nella Scuola Ebraica di Roma rav Roberto Colombo. “Ho iniziato a recitare le mie prime Tefillot proprio qui – interviene rav Roberto Della Rocca, direttore del Dipartimento Educazione e Cultura dell’UCEI – questo a testimonianza di quanto sia fondamentale trasmettere fin da subito ai propri figli il valore della preghiera. La Tefillah è un elemento che racchiude il passato, il presente e il futuro ed esprime il senso di riconoscenza che nutriamo verso D-o. Per capire su cosa si basa la riconoscenza basta guardare all’esempio di Moshe: perché infatti è l’unico personaggio della nostra storia a non avere un nome ebraico? Per riconoscenza, perché questo è stato il nome che gli ha dato la figlia del faraone, la donna che lo salvò dalle acque”.
A portare un esempio sulla struttura del libro, rav Roberto Colombo: “La Tefillah inizia con un preghiera particolare; si ringrazia D-o di aver dato l’intelligenza al gallo per saper distinguere il giorno dalla notte. Per indicare il gallo si usa la parola ‘sechvi’. Chi però conosce l’ebraico saprà che il termine più comune per definire l’animale è ‘tarnegol’. Perché dunque è stato scelto di denominarlo così? Perché ‘sechvi’ ha una doppia valenza, significa anche ‘cuore’. Il gallo riconosce l’arrivo del giorno quando è ancora buio e può fare questo grazie al cuore. Il cuore infatti aiuta a comprendere il futuro (avoda shebalev). Ed è proprio con il cuore, più che con il cervello, che dobbiamo avvicinare i nostri figli alla Tefillah e alla Torah. Il libro che presentiamo oggi è decisamente difficile per un bambino dell’asilo ma è anche non definitivo per chi è più adulto ed è in questo che risiede proprio la sua forza. ‘Il mondo delle Tefillot’ è infatti uno strumento utile per spingere anche i genitori a pregare insieme ai propri figli, ad avvicinarsi”.
Proprio su questo tema conclude il consigliere UCEI Simona Nacamulli: “La potenza di questo libro si ritrova nella sua semplicità. I messaggi sono veicolati in maniera chiara e permettono anche ad un genitore non preparato in materia di poter iniziare un percorso e capire senza alcuna timidezza. Io stessa ho iniziato e promosso alla sinagoga Bet Michael di Monteverde, con il supporto del maskil Gadi Piperno, un progetto per avvicinarsi alle letture di Shabbat progressivamente e senza timore di chiedere aiuto per i punti più complessi o di impiegare più tempo. Così la Tefillah diventa un motivo per avvicinarsi e non una barriera che separa chi la conosce da chi non ha mai avuto la possibilità o l’occasione di studiarla. Questo libro può davvero rappresentare il simbolo del tipo di progetto che l’UCEI è orgogliosa di finanziare con i proventi dell’Otto per mille”.
rs
(19 gennaio 2015)