Storie – Bombe su Auschwitz

avaglianoL’ex deportata Ida Marcheria, come ha raccontato Roberto Olla nel suo libro “La ragazza che sognava il cioccolato”, si chiedeva spesso perché gli aerei degli Alleati, sempre pronti a colpire le città nemiche, non avessero bombardato Auschwitz per fermare o quanto meno ostacolare lo sterminio degli ebrei.
È un tema che anche la storiografia si è posto più volte e che è di estrema attualità in Italia. Sono in uscita due libri sull’argomento, dal titolo molto simile: uno è in libreria da oggi, “Bombardare Auschwitz” (Mondadori, pp. 120), di Umberto Gentiloni; l’altro, “Bombardate Auschwitz” (Il Saggiatore, pp. 288), di Arcangelo Ferri, sarà disponibile a partire dal 22 gennaio.
Di recente anche un presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, ha pronunciato un “mea culpa”, ammettendo quello che molti storici e una parte dell’opinione pubblica hanno continuato a ripetere nel corso degli anni: gli Alleati a partire dal 1942 sapevano dei campi di concentramento e almeno dalla fine del 1943 conoscevano l’esatta ubicazione del lager di Auschwitz e avrebbero dovuto bombardarlo.
Infatti l’aviazione americana, dopo l’occupazione dell’Italia meridionale, dall’autunno del 1943 iniziò a fotografare dall’alto l’area di Auschwitz-Birkenau. Ed alcuni testimoni oculari riusciti a fuggire dai lager riferirono di quello che accadeva all’interno dei campi.
Ma fu data priorità ad altri fronti. L’Occidente democratico non fu del tutto innocente nelle vicende della Shoah.

Mario Avagliano

(20 gennaio 2015)