Online due opere di Claude Lanzamann – La Memoria in streaming

lanzmannQuando si tenta di raccontare l’oblio dell’umanità che fu la persecuzione nazista, le immagini sono tra i pochi mezzi di potere immediato. Il 27 gennaio, in occasione del Giorno della Memoria ,il sito Mymovies.it con la sua piattaforma Mymovieslive permetterà agli utenti di poter vedere in streaming le due ultime opere realizzate dal regista Claude Lanzmann “L’ultimo degli ingiusti” e “Sobibor – 14 Ottobre 1943 ore 16”: il primo dedicato, attraverso una lunga intervista, alla vicenda del rabbino Benjamin Murmelstein, Decano di Theresienstadt e presentato fuori concorso al Festival di Cannes nel 2013, il secondo (del 2001) che è la ricostruzione della drammatica e unica rivolta avvenuta dentro a un campo di concentramento. Due nuove riflessioni di Lanzmann sulla vicenda ebraica durante la Seconda Guerra Mondiale che ci giungono dopo l’immane lavoro fatto nel 1985 con il documentario “Shoah” che lo ha reso noto al mondo intero.
Per vedere i due film sarà necessario iscriversi al sito attivando un profilo unlimited della durata di una settimana, uno, tre o dodici mesi. Mentre sarà possibile partecipare gratuitamente all’evento Live de “L’ultimo degli ingiusti” che avverrà alle 21 e 30 del 27 gennaio solamente prenotando il proprio posto virtual all’indirizzo www.mymovies.it/film/2013/thelastoftheunjust/live/ ed avendo l’opportunità di commentare l’opera con gli altri utenti. Lanzmann è stato inoltre protagonista lo scorso martedì alla Casa del Cinema di Roma nella quale è stato presentato il volume tratto dal film “L’ultimo degli ingiusti” (ed. Skira).
Anticipato su Pagine Ebraiche 24, l’evento ha visto la partecipazione dei giornalisti e scrittori Gad Lerner e Sergio Luzzatto moderati da Stefania Di Lellis, caporedattrice Esteri de la Repubblica.
Per introdurre la vicenda e l’incontro tra i due, Luzzatto ha utilizzato le pagine della Domenica del Sole 24 Ore: “Il rabbino Benjamin Murmelstein, già enfant prodige della comunità israelitica di Vienna, era l’unico fra i decani dei ghetti d’Europa che fosse sopravvissuto alla Shoah. Processato dalle autorità cecoslovacche all’indomani della Liberazione, assolto nel 1946, si era stabilito a Roma con moglie e figlio. (…) E nel 1975 un Murmelstein ormai settantenne era stato lungamente intervistato da un giovanile cinquantenne parigino, un giornalista arrivato a Roma dritto dritto dalle redazioni buone della Rive gauche: Claude Lanzmann, che iniziava allora a preparare il suo epocale documentario del 1985, Shoah. Senonché si è dovuto attendere altri quarant’anni o quasi perché le parole di Benjamin Murmelstein diventassero infine ascoltate”.
A dedicare spazio alla vicenda anche l’Huffington Post con un’intervista al regista a firma di Tobia Zevi, che alla domanda di quanto sia fiero di aver girato “L’ultimo degli ingiusti” risponde: “Se c’è una cosa di cui posso essere fiero, nella mia vita, è aver fatto questo film. Risarcire un uomo che aveva sofferto così tanto… Questo farebbe di me quasi un cristiano. Può darsi che in alto, negli appartamenti del cielo, Murmelstein abbia visto il film e ne sia rimasto contento. Anche se personalmente non l’ho fatto per lui. Ma per la verità”. Mentre a Fabio Isman, che su Il Messaggero gli chiede di citare una frase di Murmelstein, Lanzmann risponde: “In un romanzo, Bashevis Singer scrive: Quando tra cent’anni diranno che gli abitanti dei ghetti erano dei santi, non ci sarà bugia più grande. E Murmelstein aggiunge: Perché furono martiri. Ma non tutti i martiri sono santi”.
Da sempre interessato a scavare a fondo della storia ebraica e del suo momento più buio Lanzmann è voluto intervenire anche dopo il terribile attentato che ha colpito il supermercato Hyper Casher nella sua Francia: “Casher nel titolo della catena non è solo uno slogan pubblicitario ma una fiera rivendicazione identitaria – scrive su Le Monde ed aggiunge – si parla molto di emigrare in Israele ma il primo ministro Manuel Valls ha ragione: ‘La Francia senza gli ebrei francesi non sarebbe più la Francia’. Non possiamo dare a Hitler questa vittoria postuma”.

Rachel Silvera twitter @rsilveramoked

(22 gennaio 2015)