Time out – La risposta dell’Islam
Spiegare il terrorismo jihadista dicendo che il problema è l’Islam è profondamente sbagliato. È vero però che l’Islam ha un problema e sembra che non se ne voglia accorgere. Negare che la matrice religiosa non c’entri nulla, non ci aiuterà a combattere il terrorismo. Se alcuni degli attentatori erano francesi forse il problema non è d’integrazione degli stranieri né “dell’imperialismo occidentale”, ma esclusivamente interno all’Islam e la soluzione al radicalismo deve provenire dall’Islam stesso e da coloro che rifiutano l’immagine della loro religione che oggi Isis, Al Qaeda e Hamas forniscono. Scendere in piazza per dire che siamo Charlie Hebdo è simbolicamente importante, ma praticamente inutile se non parte dagli stessi musulmani la battaglia per combattere i fondamentalismi. Sono ancora troppo poche le voci di dissenso e spesso sono legate più al politicamente corretto che a una reale volontà di distinguersi. Con questo non voglio dire che l’Islam sia un monolite incapace di indignarsi, ma solo che l’indifferenza nel mondo musulmano è ancora troppo alta. A convincere i giovani musulmani che vivono in Europa a non rimanere affascinati dall’integralismo non sarà un modello di cittadinanza differente, né uno stampo di vita sul modello occidentale, serve che sia lo stesso Islam a offrire un modello differente capace di contrapporsi e che non si riduca esclusivamente a ribadire che certi gruppi con la religione non c’entrano nulla, perché nei fatti, sappiamo che non è così. Per questo oltre a combattere i terroristi nei loro territorio e prevenirli nel nostro non possiamo fare alto che aspettare che la risposta arrivi da un certo Islam. Sempre che questa arrivi.
Daniel Funaro
(22 gennaio 2014)