Europa…
“…In fondo l’Europa ha ancora da fare i conti con quella Memoria. Che non è degli ebrei perché gli ebrei ci hanno messo ‘soltanto’ i morti in questa storia. La Memoria della Shoah è di tutti gli altri, fuorché gli ebrei. Gli ebrei dovrebbero rinnegare quella Memoria e la sua celebrazione…”.
Leggo queste parole di Elena Loewenthal (“Contro il Giorno della Memoria”, ed. ADD) mentre penso alla derashà sulla parashà Bo e sono fermo alle domande contenute in Esodo 12, 26-27: “Quando i vostri figli vi chiederanno: Che significa per voi questo rito?”. E torno alla Loewenthal e ad una Europa che immersa in un senso di colpa superficiale ed ipocrita ha scelto, con la nostra ebraica connivenza, la via del rito sterile, del “’rituale del ricordo’ come espressione di una responsabilità morale e civile che, di fatto, non si è mai assunta e non si assume nemmeno oggi quando a Parigi si muore perché di venerdì si vanno a comprare le challot in un supermercato casher.
Forse più che rinnegare queste celebrazioni dovremmo partecipare alle stesse non offrendo il nostro dolore storico come elemento del folclore rituale ma ponendo domande alla nostra Europa, alla nostra Italia, alle nostre città, chiedendo ai ministri, ai sindaci, ai presidi, agli insegnanti, agli studenti: “Cosa significa per voi oggi questo rito?”.
Oggi che anche voi siete vittime di un progetto assassino, oggi che noi siamo solo i primi, ma non gli ultimi della lista, oggi, che come ieri, rischiamo tutti di implodere nelle nostre retoriche, che cosa significa per voi il 27 Gennaio?
Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
(23 gennaio 2015)