Qui Firenze – Raccontare la persecuzione

sarfattiOspitata negli spazi del Memoriale di Santa Croce, la mostra itinerante del Cdec di Milano “La persecuzione degli ebrei in Italia 1938-1945” dedicata sia alla storia complessiva sia le vicissitudini dei singoli approfondisce quest’anno il capitolo della deportazione fiorentina dando vita a un percorso che vuole contestualizzare nella realtà locale il dramma delle persecuzioni antiebraiche.
Lo spazio che accoglie l’esposizione, aperta fino all’otto febbraio, è di per sé evocativo perché visitato il 9 maggio 1938 da Adolf Hitler a un anno di distanza dalla stipula del Patto d’acciaio che, viene ricordato nella presentazione della mostra, “proprio in quel viaggio trovò sostanziale terreno fertile”.
Promossa dal Ministero dell’Interno, organizzata e realizzata dalla Prefettura di Firenze insieme all’Opera di Santa Croce, la mostra è arricchita dal materiale raccolto negli archivi di Comunità ebraica fiorentina, Archivio di Stato, Archivio Storico del Comune, Biblioteca delle Oblate, Biblioteca Nazionale Centrale e prestatori privati. 
Un vasto impianto documentale suddiviso in quattro momenti storici: estate del ’38; settembre ’38-giugno ’40; giugno ’40-settembre ’43; settembre ’43-aprile ’45. Le diverse sezioni illustrano – attraverso bozzetti, foto, documenti e giornali – la visita di Hitler; le leggi antiebraiche e i loro effetti; il censimento, la creazione della “Sezione ebraica” della scuola Regina Elena, l’espulsione dalla Pubblica Amministrazione, il ritiro della cittadinanza italiana, la censura dei libri. La penultima sezione presenta i crimni della Repubblica Sociale Italiana e la tragica escalation di atrocità: sequestro di beni e di attività commerciali e loro vendite all’asta, arresti, detenzioni, il campo di internamento di Villa La Selva; deportazioni, invio ai campi di concentramento, fucilazioni.
Nell’ultima sezione si illustra invece il post-liberazione: i rapporti tra Comunità ebraica e amministrazione cittadina, la restituzione dei beni sequestrati, la chiusura del campo di Villa La Selva.

(Nell’immagine il direttore del Cdec Michele Sarfatti durante l’inaugurazione della mostra)