Milano – Al Memoriale, contro l’indifferenza
Milano non dimentica. È un segnale importante quella che arriva oggi dalla città lombarda medaglia d’oro alla Resistenza: centinaia di persone hanno infatti deciso di visitare, in questa soleggiata domenica milanese, il Memoriale della Shoah (Binario 21), aperto oggi al pubblico con visite guidate gratuite. Un appuntamento dedicato alla Memoria e legato alle celebrazioni del 27 gennaio, data in cui quest’anno ricorrerà il settantesimo anniversario della liberazione di Auschwitz. Per l’occasione, il Memoriale terrà aperte le sue porte al pubblico per tre giorni, compreso oggi, con la possibilità di visitare la struttura, assistere a rappresentazioni teatrali, concerti, proiezioni di film e a dibattiti sul tema delle persecuzioni anti ebraiche. E l’affluenza odierna – previste duemila persone – è la testimonianza di come la cittadinanza sia sensibile di fronte alla necessità di non dimenticare una delle pagine più buie pagine della storia dell’umanità. “Il miglior antidoto contro la l’antisemitismo è la conoscenza”, aveva ricordato il vicepresidente della Fondazione Memoriale della Shoah e dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Roberto Jarach, presente oggi per accogliere i visitatori. Una conoscenza che permette di contrastare uno dei grandi pericoli legati alla Shoah: l’indifferenza, parola incisa a caratteri cubitali all’ingresso del Memoriale. Un luogo, quest’ultimo, dolorosamente simbolico: da qui, dal binario 21 della Stazione centrale partirono tra il 1943 e il 1945 i treni diretti ai campi di concentramento nazifascisti. Da qui partì il 30 gennaio del 1944 all’interno di un convoglio diretto ad Auschwitz, Liliana Segre, sopravvissuta alla Shoah e oggi fondamentale Testimone della Memoria. “La nascita del memoriale restituisce, almeno in parte, la voce a chi non è più tornato a casa”, ricordava Segre, al momento della posa della prima pietra. Oggi sono migliaia le persone, i milanesi, che hanno voluto ascoltare quelle voci, ricordare quell’immensa tragedia. “Siamo contenti di vedere moltissimi giovani e tante famiglie con i bambini”, sottolinea Susanna Barki, dell’Associazione Figli della Shoah, ente che gestisce le visite guidate al Memoriale. Un segnale positivo perché quel che è stato non cada nell’indifferenza.