Roma, la Memoria trova casa
“Senza la Memoria saremmo un’umanità meno completa”. Così il sindaco di Roma Ignazio Marino nel consegnare fa le chiavi della Casina dei Vallati al presidente della Fondazione Museo della Shoah Leone Paserman. Un nuovo simbolico tassello nella marcia di avvicinamento al Museo di Villa Torlonia e che porterà, nel più breve tempo possibile, al trasferimento degli uffici e dell’archivio della Fondazione nel palazzo di Largo 16 ottobre, sede oggi della sovrintendenza capitolina.
Alla presenza dei Testimoni della Shoah Sami Modiano, Piero Terracina, Andra e Tatiana Bucci e dalla moglie dell’indimenticabile Shlomo Venezia, Marika, il presidente Paserman si è detto “felice” ed “emozionato” e ha rinnovato la speranza che possa essere presto decretata l’aggiudicazione definitiva per l’avvio del cantiere del Museo. Una speranza condivisa dal sindaco, che ha parlato di “percorso da accelerare”.
Al loro fianco, tra gli altri, il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, il presidente della Comunità ebraica romana Riccardo Pacifici, il rabbino Riccardo Di Segni, l’architetto e consigliere UCEI Luca Zevi, il presidente emerito della Corte Costituzionale Giovanni Maria Flick, gli assessori di Roma Capitale Giovanna Marinelli e Paolo Masini.
Nella piccola folla ritrovatasi a Largo 16 ottobre, molti esponenti del Consiglio comunitario romano e il presidente della Fondazione Cdec di Milano Giorgio Sacerdoti.