Auschwitz – “La Memoria è vita”
Capi di Stato, leader ebraici, Testimoni della Shoah.
Hanno suscitato emozione in tutto il mondo le immagini delle celebrazioni per il 70esimo anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau.
Ad intervenire, tra gli altri, il presidente della Repubblica polacca Bronislaw Komorowski, tre Testimoni diretti dell’orrore, il regista premio Oscar Steven Spielberg. “La Memoria è vita”, il significativo messaggio lanciato da quest’ultimo. Preoccupazione per il crescente antisemitismo in Europa è stata invece espressa dal presidente del World Jewish Congress Ronald Lauder, nato da cittadino libero a New York mentre in Europa, e in particolare nella ‘sua’ Ungheria, la macchina dello sterminio era ancora in pieno movimento.
A guidare la delegazione ufficiale arrivata da Roma il presidente della Repubblica facente funzione senatore Pietro Grasso, accompagnato dal presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna e dalle più alte autorità. Una missione che è arrivata a poche ore dalla cerimonia istituzionale per il 27 gennaio svoltasi nell’aula di Montecitorio, la stessa aula in cui nel ’38 furono emanate dal fascismo le infami Leggi Razziste.
“A 70 anni dall’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, a 70 anni dalla fine dell’orrore, i leader del mondo hanno scritto una pagina di storia ricordando all’umanità intera come il valore della Memoria, una Memoria attiva e consapevole, sia il cardine delle nostre società libere, plurali e democratiche. Ricordando la barbarie di ieri – il monito di Gattegna – facciamo tutti fronte comune affinché siano rese vane le minacce di chi attenta oggi ai nostri valori e alle nostre conquiste fondamentali”.
Tra i momenti emblematici della cerimonia l’omaggio dei capi delegazione e dei sopravvissuti all’altezza del monumento che commemora le vittime di Birkenau e la deposizione di candele alla memorie di tutte le vittime della Shoah e della barbarie nazifascista. Tra gli oltre trecento reduci del lager invitati in Polonia anche Alberto Israel, uno dei pochi a salvarsi dall’annientamento perpetrato ai danni della comunità ebraica rodiota.