La storia travisata
Nella ludoteca del reparto pediatrico di una rinomata clinica ospedaliera, cercando dei libri per mio figlio, mi sono imbattuto in “Momo Palestine” (Jaca Book, 2002) del francese Robert Gaillot. Un piccolo libro illustrato per bambini, con soggetto il conflitto in Medio Oriente raccontato attraverso la storia di un ragazzo palestinese vittima della perdita del proprio villaggio natio, a seguito della distruzione perpetrata dall’esercito israeliano. Nella breve introduzione, accompagnata da una mappa raffigurante un’idealistica Palestina con i confini di Israele e i nomi delle località trascritti in lingua araba, si legge: “Dalla fine dell’Ottocento uomini venuti da Russia, Polonia e da tutta l’Europa, e poi anche dall’Africa e dall’America del Nord, si sono insediati nella terra di Palestina. Nel 1948, essi hanno proclamato e instaurato uno «stato coloniale» chiamato Israele. […] Anziché abitare una Palestina finalmente libera dagli inglesi stando con gli arabi, tra l’altro semiti come loro, gli ebrei si sono trasformati in coloni e i palestinesi son stati messi nei campi. Gli abitanti della Palestina non hanno mai accettato di perdere la loro terra e di continuare a perderne per l’insediamento di una quantità sempre maggiore di persone venute da fuori”.
In una società fondata sulla libertà d’espressione, nessuno può naturalmente impedire o censurare la diffusione di idee e la pubblicazione di opere che esprimono una narrazione così poco obiettiva della storia e degli eventi come questa, ma era proprio indispensabile una versione per bambini da 0 a 11 anni? Si trovava, poi, nel luogo adatto? E soprattutto, quale percezione degli ebrei e degli israeliani potrebbe imprimere, una tale opera, in un bambino indistintamente arabo od europeo… Un desiderio di pace e convivenza forse?
Difficile prendere atto che l’ideologia espressa in questo libretto non ha a che fare con una minoranza o con un orientamento politico definito ma è invece la visione da più parti condivisa del conflitto israelo-palestinese. Dove la sua intrinseca aporia e il raggiungimento di una soluzione, dipende anche da questo.
Francesco Moises Bassano
(30 gennaio 2015)