Carl Djerassi (1923 – 2015)

Chimico, scrittore, drammaturgo, collezionista d’arte, uomo rinascimentale – come fu ribattezzato da alcuni – Carl Djerassi, scomparso sabato a 91 anni, sarà probabilmente ricordato per essere il “padre della pillola anticoncezionale”. Assieme ai colleghi scienziati Luis Miramontes e George Rosenkranz, Djerassi infatti sintetizzerà nel 1951 a Mexico City il noretisterone, componente chiave delle prime pillole contraccettive messe in commercio, dando una svolta inaspettata alla propria vita. Eppure legarlo solamente a quella seppur rivoluzionaria scoperta, sarebbe un torto alla sua memoria e in primo luogo al suo ego.
Ebreo viennese naturalizzato americano, Djerassi scapperà dalla sua Austria nel 1938 con l’avvento del nazismo, trasferendosi dopo molte difficoltà con la sua famiglia negli Stati Uniti. Qui avvierà la sua carriera scientifica, laureandosi in chimica organica nel 1942 e ottenendo pochi anni dopo la cattedra in chimica alla prestigiosa università di Stanford. Nel 1951 la scoperta del noretisterone, che consisterà di fatto in una rivoluzione sessuale influendo – come ricorda l’americano Forward – sul ruolo della donna nel mondo occidentale così come sulle politiche legate alla procreazione, a cui Djerassi dedicherà parte del suo interesse non solo dal punto di vista scientifico. “Il problema del controllo delle nascite non è una questione scientifica – affermerà in un’intervista – ma sociale, politica, religiosa, economica e legale. Ho iniziato dalla scienza ma poi ho capito che alcune delle questioni sociali sono più difficili e importanti da affrontare, e così ho deciso di dedicarmici”. La pillola contraccettiva fu immensa nel mercato nel 1957 ma secondo Djerassi non si può imputare a questo la rivoluzione sessuale che esplose negli anni successivi. “Chi pensa che tutto fu causato dalla pillola deve essersi fumato qualcosa. Sicuramente facilitò quel processo che, ne sono certo, avrebbe in ogni caso avuto luogo”. Saranno decine gli articoli scritti da Djerassi sulla questione, decine le interviste sulla sua celebre Pillola, tanto da venirgli a noia. “Sono stufo e stanco di parlare sempre della pillola”, dirà al giornalista del San Francisco Chronicle, venuto a intervistarlo nel suo appartamento del quartiere Russian Hill di San Francisco. Negli ultimi anni infatti preferiva parlare del suo lavoro di scrittore e drammaturgo: all’età di sessant’anni, infatti – come racconta il sito a lui dedicato – , Djerassi decise di prendere la strada della scrittura col desiderio di gettare un ponte tra il mondo della scienza e il grande pubblico. E così creò un nuovo genere letterario che chiamò “science in fiction”, la “scienza narrata”, diverso dalla “science fiction”, la fantascienza, “perché pur nella finzione racconta il mondo della scienza e degli scienziati in modo plausibile, ma senza i troppi dettagli ‘tecnici’ che spaventano il lettore comune”.

(2 febbraio 2015)