Qui Roma – Analisi dell’antisemitismo

Perfidia, complotto, antisemitismo: su queste parole si è concentrata la serata di ieri al Jewish Community Center nella sinagoga di via Balbo. A discuterne le professoresse Marina Caffiero e Donatella Di Cesare, il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni e l’attivista Gianluca Pontecorvo, moderati dal giornalista Pierluigi Battista. La professoressa Caffiero ha indagato il fenomeno a partire dal termine ‘perfidia’ utilizzato per connotare gli ebrei dai cristiani nella liturgia del Venerdì santo. La sua collega Di Cesare è invece partita dalle teorie del complotto spiegando come tutto sia nato dalla paura dell’ebreo non in quanto religioso, ma come parte di un popolo che potenzialmente avrebbe potuto avere mire territoriali.
Pontecorvo ha citato le insidie del web. Il rav Di Segni ha fatto infine riferimento al suo intervento apparso pochi giorni fa sul notiziario quotidiano Pagine Ebraiche24 nel quale rispondeva alle dichiarazioni del priore Enzo Bianchi, e ha spiegato: “Le risposte date dal priore sono pericolose. Nel suo articolo parla di un Israele vecchio e uno nuovo, di uno vero e uno falso. Con questo dualismo si rischia di cadere nuovamente nella trappola della divisione tra ebrei buoni e cattivi. Ha poi spiegato che la sua fede non lo autorizza ad ipotizzare l’esistenza di uno Stato ebraico. Ed ecco quindi che un problema con la Chiesa esiste ancora”. “Avevo molte riserve su questo incontro – ha concluso il Rav – e vi spiego perché: siamo in un periodo di forte antisemitismo ed è fondamentale essere vigili, ma non è interrogandoci su di esso o studiandolo che ci libereremo di esso. Dobbiamo continuare ad essere ebrei, praticare l’ebraismo e costruire il nostro futuro”.

(3 febbraio 2015)