Anna Foa e DafDaf raccontano
Pagine di Storia per i bambini

anna foa portico d'ottavia tagliatoLo speciale del numero 53 di DafDaf, attualmente in distribuzione, è dedicato alla storia di un’antica casa medievale un po’ in rovina, con un grande cortile, dove il 16 ottobre del 1943 i nazisti arrestarono più di 30 ebrei, un terzo di coloro che vi risiedevano, cui se ne aggiunsero altri, catturati nello stesso posto nei mesi successivi.

anna foa portico d'ottavia tagliatoLo speciale del numero 53 di DafDaf, attualmente in distribuzione, è dedicato alla storia di un’antica casa medievale un po’ in rovina, con un grande cortile, dove il 16 ottobre del 1943 i nazisti arrestarono più di trenta ebrei, un terzo di coloro che vi risiedevano, cui se ne aggiunsero altri, catturati nello stesso posto nei mesi successivi. Nel 2013 la storica Anna Foa, a lungo inquilina di quella casa ha scritto un libro “Portico d’Ottavia 13”, pubblicato da Laterza, in cui ha raccontato quella storia, mentre è appena uscito, per lo stesso editore, un secondo libro dedicato ai giovani lettori. Le illustrazioni, importanti e bellissime, sono di Matteo Berton

Portico D’Ottavia
Dietro gli oggetti familiari di tutti i giorni, come la nostra casa, ci sono una, dieci, cento storie del passato. Abito in un vecchio palazzo del ghetto di Roma, c’è stato un giorno terribile tra queste mura nell’ottobre del 1943. Cos’è successo? Chi viveva qui?
C’è qualcosa nell’aria questa mattina, le finestre sbattono per il vento, le imposte s’impigliano di continuo nella tenda. Si apre la porta, entra una ragazzetta magra. “Anna”, mi dice, “se vuoi sapere com’è andata quel giorno dell’ottobre 1943, te lo racconto io: io c’ero”. Ha l’incarnato fresco di una bambina di dodici anni, gli occhi intelligenti e miti, un’aria antica. “Com’è possibile?”, le chiedo, “sei un fantasma?”. Lei ride, una risata cristallina. “Sono Costanza, a casa tua ci abitavo. Ma era tutta diversa. Vedi: lì dove c’è il tappeto c’era il tavolo rotondo di legno scuro, e su quella parete che ora è vuota, c’era il comò con le foto dei parenti. Ma ora vieni con me. Alzati”.
È scattante sulle gambe agili, mi prende per mano: andiamo giù per le scale, fino al cortile e poi porta dopo porta, in un viaggio nel tempo. Mi racconta di quel giorno, di ciascuna famiglia, di chi fu preso dai nazisti e di chi invece riuscì a scappare. Il silenzio, dopo la razzia, fra queste mura è rimasto a lungo. Poi a poco a poco la vita è rifiorita e i bambini sono tornati a schiamazzare nel cortile. E Costanza, chi è quella misteriosa bambina?

Anna Foa

Il libo contiene, oltre alla storia, diversi approfondimenti, che riproponiamo qui di seguito

GHETTO
Si chiama ghetto il quartiere dove a partire dal Cinquecento gli ebrei furono obbligati a vivere rinchiusi. Il ghetto poteva essere abitato esclusivamente da ebrei, ed era chiuso da mura e portoni che si aprivano all’alba e si chiudevano al tramonto.
Il primo ghetto fu istituito a Venezia nel 1516, quello di Roma è del 1555, poi man mano i ghetti si diffusero in tutta la Penisola. Furono aboliti nel XIX secolo, quando gli ebrei divennero cittadini con eguali diritti ed eguali doveri degli altri italiani.

LEGGI RAZZIALI
Le leggi razziali furono promulgate dal regime fascista nel 1938, ad imitazione di analoghe leggi in vigore nella Germania nazista. Con queste leggi si vietava agli ebrei di ricoprire cariche pubbliche, di far parte dell’esercito, di insegnare nelle scuole e nelle università, ma anche di frequentarle, di sposarsi con persone non ebree.
Di colpo gli ebrei si ritrovarono ricacciati nel passato, ai tempi in cui erano costretti a vivere nei ghetti, prima dell’Unità d’Italia e dell’emancipazione (cioè del raggiungimento di eguali diritti rispetto ai non ebrei).
A Roma, dove l’emancipazione era arrivata solo nel 1870, nel 1938 erano ancora vivi coloro che da bambini avevano vissuto nei ghetti. Fra i divieti che piombarono loro fra capo e collo, ce n’erano di minutissimi, che rendevano impossibile la vita quotidiana: per esempio, non potevano fare i portieri in edifici abitati da non ebrei, non potevano essere venditori ambulanti, non potevano raccogliere rottami metallici, non potevano possedere la radio.

OCCUPAZIONE NAZISTA
Il 25 luglio del 1943 è l’anno della svolta della Seconda guerra mondiale.
Il 25 luglio di quell’anno, infatti, cadde Mussolini, capo del fascismo, che era stato al potere per vent’anni. A capo del nuovo governo venne nominato il maresciallo Pietro Badoglio, che l’8 settembre successivo annunciò l’armistizio con gli angloamericani, abbandonando però, insieme al re, in tutta fretta Roma senza dare istruzioni all’esercito italiano. A quel punto, i tedeschi occuparono l’Italia centro-settentrionale, assumendo il controllo totale della capitale. Furono arrestati così ebrei, partigiani, soldati renitenti alla leva. Roma vide la razzia degli ebrei del 16 ottobre 1943 e la strage delle Fosse Ardeatine del 24 marzo 1944, quando i nazisti uccisero 335 italiani, 75 dei quali ebrei. La città rimase sotto l’occupazione nazista fino al 4 giugno del 1944, giorno della sua liberazione da parte delle forze alleate angloamericane.

Pubblicato sul numero 53 di DafDaf, il libro Di Anna Foa è accompagnato da un testo dedicato anch’esso ai giovani lettori, sul senso della Storia.

Raccontare la Storia

Hey lettori, guardate questo libro.
Anna Foa ha scritto un libro per raccontare tutto quello che è successo in una vecchia casa di Roma dove hanno abitato molti ebrei. Lei è una professoressa di Storia che fa lezione ai ragazzi grandi delle università, ma questa volta ha fatto un regalo molto importante a tanti bambini italiani, perché non si può essere liberi se non si conosce la Storia.
Raccontare la Storia ai bambini non è una cosa facile, se commetti un errore durante una lezione o ti spieghi male, molti bambini non ti perdonano. E, soprattutto, insegnare la Storia è difficile quando si tratta di raccontare cose tristi e difficili che sono capitate e spiegare come sia stato possibile che avvenissero e come è stato faticoso vincere infine la cattiveria e tornare a sorridere.
Anna non ha avuto paura e così è venuto fuori questo libro che spero vi piaccia e vi appassioni così come è piaciuto a me. Ma anche se non vi piacesse dovete sapere che è un libro importante e che è un dono molto grande.
Proprio oggi qualcuno mi ha raccontato come un farabutto abbia scritto con il computer in qualche posto che a lui quello che scrive Anna non piace e che quindi avrebbe voluto prenderla a schiaffi. Credevo fosse solo uno scherzo stupido, ma a quanto pare esistono ancora persone di questo genere. Mi sono molto vergognato, soprattutto per la sua maestra, per il suo rabbino, per chi ha pubblicato le sue parole imbecilli. Chi non è riuscito a insegnare a questo poveretto a rispettare gli altri e a vivere in un mondo civile, deve essere davvero triste.
Lavoriamo insieme perché chi scrive queste cretinate finisca al più presto dimenticato nell’immondezzaio della Storia. Combattiamo anche noi, come hanno fatto tanti eroi piccoli e grandi della nostra Storia, per vivere in un mondo migliore.

gv

(9 febbraio 2015)