Ticketless – Quella foto

cavaglionTra i meriti di “Pagine Ebraiche”, e di questo notiziario quotidiano, ve n’è uno che non potrà sfuggire agli storici di domani.
Il ritrovamento della foto scattata poco dopo l’attentato alla Sinagoga di Roma, con il corpo di un bambino ferito in braccio a un vigile urbano. In quella terribile estate del 1982, ricostruita poco tempo fa da un bel libro di Arturo Marzano e  Guri Schwarz (ed. Viella), leggemmo sui giornali – e in televisione vedemmo e ascoltammo – di tutto, ma quella immagine, capace di parlare più di ogni parola, non ci fu dato di vedere.
attentato 1982Perché? Eppure di scienza della comunicazione si riempivano la bocca molti analisti, sedicenti esperti del dolore altrui Immagini altrettanto crudeli se ne erano viste sui giornali, dopo l’attentato a Della Chiesa, dopo il ritrovamento del corpo di Moro in via Caetani. La stessa immagine riproposta in questi stessi giorni, del fratello di Mattarella ucciso dalla mafia, era nota. La scomparsa di ‘quella foto’ conferma invece l’assenza di “un sollevamento dell’opinione pubblica” denunciato da Arnaldo Momigliano: “Sarebbe follia concludere su una nota di ottimismo quando accade che un bambino ebreo possa essere assassinato nella sinagoga di Roma, come avvenne nel 1982, senza che si manifesti un sollevamento dell’opinione pubblica”. Forse le cose stanno cambiando, non dico un sollevamento dell’opinione pubblica, ma a tanti anni di distanza quella reazione che all’epoca non ci fu oggi sembra prendere corpo, per merito delle parole del nuovo Presidente della Repubblica, ma, purtroppo, anche per conseguenza degli attentati di Parigi.

Alberto Cavaglion

(11 febbraio 2015)