Il cardinale del dialogo e la foto ritrovata

Elio Di Segni, Edoardo Menichelli e Frida Di Segni a Serripola di San Severino MarcheSan Severino Marche. Tre bambini giocano a cavallo di una botte: si chiamano Edoardo, Elio e Frida. Il fratello di Elio e Frida, Riccardo, è da 14 anni il rabbino capo della più antica Comunità della Diaspora. Edoardo, che di cognome fa Menichelli e che dal 2004 è arcivescovo metropolita di Ancona-Osimo, ottiene in queste ore il più alto incarico della Chiesa cattolica dopo la carica pontificia: la nomina a cardinale. Un riconoscimento che ha emozionato i suoi amici d’infanzia, che a Serripola – frazione del Comune di San Severino – avrebbero trovato accoglienza e solidarietà mentre tutt’attorno si addensavano le ombre della persecuzione nazifascista.
Edoardo, Elio, Frida. Storia di un’amicizia fortissima, sancita dal commovente abbraccio che li avrebbe visti protagonisti tre anni fa – assieme a Riccardo, nato dopo la guerra – in occasione del conferimento della cittadinanza onoraria del comune marchigiano ai fratelli Di Segni. Partendo proprio da questa foto, pubblicata nel libro di memorie del capofamiglia Mosè (“Mosè Di Segni, medico partigiano”) che si presentava in quelle ore portando luce su due fronti: l’eroismo della popolazione locale che aprì le porte delle proprie case ai perseguitati; l’alto senso di servizio e la generosità del dottor Di Segni, che oltre a partigiano fu un riferimento per tutta Serripola.
Come ricordato da Anna Foa sull’Osservatore Romano, l’accoglienza degli ebrei a San Severino fu facilitata dall’opera del parroco del luogo che dal pulpito esortava i fedeli ad accogliere i rifugiati senza fare domande e senza chieder loro perché non frequentassero la Chiesa. Da quell’incontro germogliarono poi sentimenti di affetto e riconoscenza che si sarebbero radicati nel tempo. Come ricorda proprio Menichelli, “uno dei bambini con cui i piccoli Di Segni giocavano”.
L’insediamento di Menichelli, accolto ieri in Vaticano da papa Bergoglio, ha suscitato una lunga coda di emozioni. Gian Mario Spacca, presidente della Regione Marche, sottolinea: “Da vescovo di Ancona e Osimo monsignor Menichelli ha sempre servito con grande dedizione, umiltà, vicinanza e amore tutti, e ha avuto un’attenzione particolare per le persone più fragili. Il mio cuore è pieno di gioia, mai scelta fu più giusta”.

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(15 febbraio 2015)